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Ritrovamento di Mosè

Ritrovamento di Mosè

Salvator Rosa

Il Ritrovamento di Mosè è un soggetto sul quale Rosa si è cimentato più volte: la versione dell’Institute of Art di Detroit, nonostante la somiglianza delle figure che raccolgono Mosè, si differenzia dalla nostra per il vasto paesaggio che domina la scena; più vicina per formato e per composizione è la tela di collezione privata americana.
Dimostrazione a New York (Vigilia a New York)

Dimostrazione a New York (Vigilia a New York)

Salvatore Scarpitta

La piccola tela è tutta percorsa, squassata quasi, da forme allungate, strappate, che, gravide di colori vibranti e variati – dal nero al rosso, dal bianco all’arancio – si distendono sull’orizzonte o s’impennano sulla verticale. Nel coacervo inestricabile delle figure dilaniate, si distinguono alcune iscrizioni.
Senza titolo

Senza titolo

Salvatore Scarpitta

Il dipinto è ormai definitivamente lontano da ogni riferimento alla realtà: nella gremita, satura, congestionata sintassi dei corpi e dei volumi, che non più mimano alcuna verità di natura, il colore esplode ancora molteplice e clamoroso: bianchi, rossi e neri sembrano conflagrare sul manto delle ocra del fondo.
Sarcofago a lenòs

Sarcofago a lenòs

Questo splendido esemplare marmoreo di sarcofago a lenòs, databile al III secolo d. C., è tra i più significativi reperti di antichità posseduti dalla Banca d’Italia. Su ciascuna delle due estremità ricurve è raffigurato un leone che si accinge ad azzannare un cinghiale, un soggetto che ebbe grande diffusione tra il 230 e il 280 d. C. nelle officine urbane di sarcofagi.
Sarcofago paleocristiano

Sarcofago paleocristiano

Realizzato in marmo bianco con venature grigie, il sarcofago è databile tra la fine del III secolo e l’inizio del IV. Sul fronte rappresenta due immagini del Buon Pastore, poste simmetricamente ai lati di un clipeo con le effigi di una coppia di defunti.
Aronne e il vitello d’oro

Aronne e il vitello d’oro

Sebastiano Conca

La tela descrive il celebre episodio biblico avvenuto durante l’esodo dall’Egitto: mentre Mosè era salito sul monte Sinai, gli israeliti, pensando che egli non avrebbe fatto più ritorno, chiesero un nuovo dio da adorare.
Rebecca al pozzo

Rebecca al pozzo

Sebastiano Conca

La tela rappresenta un episodio del Libro della Genesi che descrive l’incontro tra Rebecca ed Eliezer, il servo che Abramo aveva inviato nella sua terra per trovare una sposa al figlio Isacco. La bella e giovane Rebecca, dalla pelle perlacea e gli abiti all’antica, è seduta presso il pozzo mentre riceve da Eliezer un dono di preziosi gioielli.
Composizione

Composizione

Sergio Romiti

Corpi geometrici si incastrano sulla superficie, occupando tutta l’estensione del dipinto: ancora una volta è l’idea di un orizzonte attorno al quale si ordina e si sviluppa la composizione a governare la spazialità del dipinto: ed è questa intenzione formale, che pur qui il pittore insegue, ad allontanare l’opera dalla nozione di un’accademia dell’astratto, di cui Romiti pare avvertire i rischi.
Imbarcazioni

Imbarcazioni

Sergio Romiti

Forme di incerta sostanza, ricondotte da una vaga memoria di natura a canone geometrico (ovali, triangoli, trapezi …), nitidamente individuate da un deciso segno marginale, s’incastrano sul piano di posa, ordinate sul filo dell’orizzonte come fossero oggetti d’una natura morta.
Maternità

Maternità

Silvestro Lega

Maternità, del 1881-1882, è una delle più intense opere di Silvestro Lega: le forme si aggregano nelle due zone decisive costituite dalle teste della madre e del bambino. Le mani della madre costruiscono lo spazio entro il quale la scena – ma meglio si direbbe l’evento – ha luogo, tra la presa salda della mano destra che regge il bambino e la sinistra che l’equilibra a mezz’aria.

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