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Contractes

Contractes

Achille Perilli

Cubi e parallelepipedi irregolari si affollano nello spazio senz’aria della composizione. I colori gelidi e puri che li saturano, non toccati dall’ombra, faticano ad accordarsi con quel dislocamento in profondità dell’immagine che parrebbero suggerire i corpi prospettici; mentre con l’ipotizzata geometria solida si pone in flagrante conflitto la griglia di segni rossi, come usciti dal normografo di un tipografo fuori senno.
La civetteria dell’astrazione

La civetteria dell’astrazione

Achille Perilli

Una grande forma oscura, composta dall’incastro di tanti poligoni irregolari, si distende nello spazio di superficie, non toccato da ombre e dunque senza una propria profondità, come precipitando, ansiosamente, dall’alto verso il basso.
Agosto in Friuli

Agosto in Friuli

Afro Libio Basaldella

Aggregate al centro del dipinto, sembrano lì darsi convegno e intrecciare un misterioso dialogo le forme ormai immemori di ogni mimesi naturale. Le bagna un colore variato, orchestrato sui gialli e gli aranci, ma nel cui concerto appaiono i rosa, i bruni, i bianchi, gli azzurri: percorsi e legati l’un l’altro, quei corpi cromatici, da un segno lieve e su sé stesso ritornante, interrogativo.
Figura

Figura

Afro Libio Basaldella

Disseminati sull’intera superficie del dipinto, i colori tenui e soffusi – ai quali sembra dare il là il rintocco di rosa pallidissimo che giace al centro della composizione – si divincolano nella spazialità aperta, e potenzialmente infinita, del campo pittorico; nessun legaccio li tiene, nessuna sonda prospettica li ancora ad un punto: come fossero in un amnio, appaiono fra brevi retroflessioni e affioramenti, mentre solo un breve colpo di nero, in basso, s’eccettua dal dialogo sommesso e accordato del tono.
Fuori tiro

Fuori tiro

Afro Libio Basaldella

In un formato verticale - non usuale, a questa data, al pittore: che predilige invece allineare le sue forme come se giacessero sul filo di un immaginato orizzonte - alcune figure imperfettamente geometriche (cerchi, triangoli, trapezi, ovoidi) s’ergono come un totem d’antiche civiltà, stagliando le loro sagome interroganti e i loro timbri cromatici accesi contro un fondo che si modula sui toni del grigio.
Natura morta con caffettiera

Natura morta con caffettiera

Afro Libio Basaldella

In quest’opera – che nella composizione degli oggetti d’uso quotidiano, rivela la discendenza dalla tradizione moderna inaugurata da Cézanne - Afro orienta verso esiti nuovi gamme cromatiche luminose memori delle grandi tradizioni della pittura veneta.
Bianco nero

Bianco nero

Alberto Burri

Il piccolo dipinto ha una spazialità complessa, costituita da una zona a sinistra, governata dai bianchi, e una a destra, occupata da una pesante stesura di nero senz’ombre.
Fondo rosso

Fondo rosso

Alberto Burri

Su un campo rosso, tracciati di giallo luminoso, orientati in tutte le direzioni, s’incrociano e si scontrano in una concitazione nella quale si esplica pienamente il tema di un’arte che si sottrae alla composizione equilibrata, o pacificata, delle sue forme.
Venezia surreale

Venezia surreale

Alberto Martini

L'artista che soggiornò qualche anno a Venezia, amò intensamente questa città per la quale progettò nel 1924 il Tetiteatro che doveva essere un teatro galleggiante sull'acqua e la cui fantasia acquatica rispecchiava il suo amore per la laguna.
Le Matelot

Le Matelot

Alberto Savinio

In una sua mostra personale del 1927 Savinio espose un dipinto intitolato Le Matelot (il marinaio) che è probabilmente da identificare con il presente dipinto, generalmente assegnato al 1928 ma riportato da Pia Vivarelli all'anno precedente in base appunto, all'identificazione con l'opera ricordata nel catalogo della mostra.

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