In una sua mostra personale del 1927 Savinio espose un dipinto intitolato Le Matelot (il marinaio) che è probabilmente da identificare con il presente dipinto, generalmente assegnato al 1928 ma riportato da Pia Vivarelli all'anno precedente in base appunto, all'identificazione con l'opera ricordata nel catalogo della mostra. Più tardi, nel 1963, al dipinto fu attribuito il titolo di Scrittura marina. Nello spazio aperto all'interno di una potente cornice lapidea si delinea un mare in burrasca sormontato da un cielo nero e tempestoso. In primo piano si profila un volto dagli occhi socchiusi che la figura di un barometro separa da un libro aperto sul quale una scrittura. Sia la mano (secondo un prototipo dechirichiano) che il libro sono di un nero cupo; e benché sembrino alludere al marinaio che segna la rotta, essi fanno parte di quella che probabilmente è una metafora o allegoria dello scrittore, del pensatore, dell'artista i cui occhi chiusi segnalano la sua veggenza nel tempestoso attraversamento della vicenda terrena. La firma “Savinio” è vergata in rosso, a destra in basso.
Alberto Savinio, Le Matelot
Le Matelot
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Artista
Cronologia
1927
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 59,5 x 80
Compilatore
Augusta Monferini