La Metafisica è una tendenza artistica italiana che nasce nel 1910 con la pittura di Giorgio de Chirico, allora a Firenze dopo gli anni di Accademia trascorsi a Monaco di Baviera; egli successivamente sarà a Parigi, e a partire dal 1915-16 a Ferrara. In quest'ultima città De Chirico incontra Carlo Carrà, reduce dalla militanza futurista, che prende a modello la formula dechirichiana attribuendo per la prima volta il nome di “Pittura metafisica” al proprio stesso lavoro.
De Chirico rivendicò giustamente per sé questa definizione, sotto la quale passò poi alla storia sia la pittura di De Chirico a cominciare dal 1910 fino al 1919, sia la pittura dello stesso Carrà negli anni ferraresi. Alla tendenza metafisica si è soliti associare anche il primo Morandi, data l'atmosfera di sospensione delle sue nature morte. La vera pittura metafisica resta però quella di De Chirico che infuse nei suoi prospetti prospetticamente sghembi e nelle sue composizioni di oggetti spesso tra di loro estranei, un'atmosfera di enigma (parola con la quale intitolò diversi dei suoi quadri metafisici a cominciare dai primi) e di mistero, infine appunto, di sospensione e come di agguato dell'ignoto.
La pittura metafisica di De Chirico ha una sua continuazione con varianti e ripetizioni anche in tutto il successivo percorso dell'artista nonché nell'opera del fratello Andrea De Chirico che assunse lo pseudonimo di Alberto Savinio.
La Metafisica inoltre, data anche la frequentazione di De Chirico con Parigi, ebbe una forte influenza sul Surrealismo francese, teorizzato da Andrè Breton nel 1924. E infatti anche la pittura surrealista, facendo ricorso al soggetto che era stato praticamente eliminato dai pittori cubisti e astratti, e reintroducendo come aveva fatto De Chirico, una forma “sopra- reale” di narrazione, elaborava contenuti di mistero e suggestioni psicoanalitiche, anche con il ricorso all' inconscio di Freud. Una rottura di rapporti tra De Chirico e Breton avvenne nei tardi anni Venti a causa del cosiddetto “Ritorno al Museo” che fu un'altra invenzione pittorica del grande De Chirico, e questi, come anche il fratello Savinio, rifiutò sempre la definizione di surrealista. Ma ciò non comporta una radicale indipendenza ed estraneità del Surrealismo stesso dalle premesse della Metafisica dechirichiana.
Un precursore italiano del Surrealismo, indipendentemente dalla Metafisica, fu il vicentino Alberto Martini, mentre un continuatore del Surrealismo ma anche della Metafisica, sempre in Italia, fu Fabrizio Clerici.
Tra Metafisica e approcci surreali
Tra Metafisica e approcci surreali
Opere
Venezia surreale
L'artista che soggiornò qualche anno a Venezia, amò intensamente questa città per la quale progettò nel 1924 il Tetiteatro che doveva essere un teatro galleggiante sull'acqua e la cui fantasia acquatica rispecchiava il suo amore per la laguna.
Dipinto
XX Sec.
Astratto
I pesci sacri
Il dipinto, firmato in basso a destra “G. de Chirico”, è una delle migliori repliche del famoso dipinto metafisico I Pesci Sacri (uno dei più noti capolavori della produzione metafisica di de Chirico), pubblicato per la prima volta nel 1919 nella monografia edita da “Valori Plastici” e appartenuto al fondatore del movimento e dell'omonima rivista, Mario Broglio, che lo espose in una mostra del gruppo, tenutasi nel 1921 in Germania.
Dipinto
XX Sec.
Natura morta
Paesaggio con ruderi, cavalli e cavalieri (bianconero)
Pur nella stretta somiglianza iconografica con altri dipinti dechirichiani di proprietà della Banca, recanti lo stesso titolo “Paesaggio con ruderi”, questa tela ha una diversa misura in altezza e potrebbe essere stato un sovraporta ai cui lati potevano essere stati collocati gli altri due quadri.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Paesaggio con ruderi, cavalli e cavalieri (cavallo che beve)
Il dipinto reca in basso verso sinistra la firma di Giorgio de Chirico e la data '55. La rappresentazione che si sviluppa secondo un taglio orizzontale si riallaccia alla vena paesistica e narrativa che ha inizio negli anni Venti della produzione del Maestro, virata però nello stile baroccheggiante degli anni Cinquanta.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Paesaggio con rudere, castello e cavalieri
Il dipinto che reca in basso a destra, la firma di Giorgio de Chirico e la data 1955, va considerato come un pendant del dipinto dal titolo Paesaggio con ruderi, cavalli e cavalieri (cavallo che beve) di proprietà della Banca.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Le Matelot
In una sua mostra personale del 1927 Savinio espose un dipinto intitolato Le Matelot (il marinaio) che è probabilmente da identificare con il presente dipinto, generalmente assegnato al 1928 ma riportato da Pia Vivarelli all'anno precedente in base appunto, all'identificazione con l'opera ricordata nel catalogo della mostra.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Coup d'oeil
L'artista rielabora visioni ispirate dalla metafisica di De Chirico in uno stile profondamente diverso, sia per la qualità del disegno sia per le tonalità dei colori. Questi ultimi, chiarissimi, delineano nel presente dipinto lievi gradazioni di ombre sulle pareti di una stanza il cui pavimento è prospetticamente impostato da una fuga di linee azzurrine intervallate di nuovo da tonalità grigie.
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Cavalli
Questa estrosa composizione di de Chirico richiama nelle forme mosse e ammassate in una volumetria frammentata lo stile baroccheggiante che il maestro praticò negli anni Cinquanta.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo