Il dipinto che reca in basso a destra, la firma di Giorgio de Chirico e la data 1955, va considerato come un pendant del dipinto dal titolo Paesaggio con ruderi, cavalli e cavalieri (cavallo che beve) di proprietà della Banca. I caratteri stilistici sono gli stessi, l'effetto di luminosità proveniente dal fondo verso un primo piano affiancato da masse arboree più scure, è molto somigliante. I ruderi si trovano questa volta al centro, mentre nello sfondo si profila un vasto orizzonte sotto un cielo movimentato e luminoso. Anche qui il primo piano è occupato da cavalieri e da altre figure mentre a destra si scorge sotto all'albero una fonte d'acqua nella quale alcune donne sono intente a lavare i panni. Al centro, la figura di un cavaliere si inquadra in una grande porta ad arco collocata al centro delle due coordinate (larghezza e profondità) del dipinto. Il vuoto dell'arco apre a sua volta la visuale sui monti azzurrini in lontananza, mentre un insieme di torri si staglia sulla sinistra configurando un paese chiuso entro le mura o una fortezza. La fantasia di De Chirico è alimentata in questo momento dai romanzi cavallereschi, in particolare dal Don Chisciotte di Cervantes e la sua fantasia si apre ai grandi spazi che immagina percorsi dagli epici cavalieri. Il dipinto rivela una notevolissima qualità e forza pittorica pur in un genere che si allontana da quello tradizionalmente metafisico.
Anche qui sussistono le somiglianze con le scene eseguite dal maestro, appunto, per il Don Chisciotte rappresentato per il Maggio Musicale Fiorentino nel 1952.
Giorgio De Chirico, Paesaggio con rudere, castello e cavalieri
Paesaggio con rudere, castello e cavalieri
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Artista
Cronologia
1955
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 89 x 159
Compilatore
Augusta Monferini