Nell’arte italiana dei primi tre decenni del Novecento – come del resto nell’arte in tutta Europa, ma con caratteristiche specifiche - si ha una situazione estremamente articolata. L’intreccio, la compresenza e talvolta la contaminazione di tendenze della più diversa origine e dei più diversi intenti, offrono un paesaggio artistico che non solo non può essere racchiuso in una formula riassuntiva, e ancora meno in un ismo, ma esige una lettura puntuale delle diverse situazioni in campo. Per non dire delle modificazioni o dei cambiamenti di rotta attuati negli anni dalla maggior parte delle personalità artistiche più significative.
Questa fase ha, nella collezione della Banca d’Italia, presenze importanti e decisive. Da Sartorio a Innocenti, da Balla a Prampolini e Severini, da De Chirico a Savinio, da Martini a Viani e a Spadini, da Dudreville a Casorati e a Campigli, da Ferrazzi a Carena, da Oppi a Socrate, da Sciltian a Carrà e a Sironi, aspetti decisivi di questa fase estremamente complessa sono qui dunque offerti ai frequentatori del sito.
Nel corso di questa fase si hanno in primo luogo gli esiti estremi della cultura artistica ottocentesca nei suoi aspetti diversi, dal divisionismo al simbolismo e al verismo. Questi esiti consumano le loro ultime capacità espressive mentre le avanguardie storiche producono una vera e propria rivoluzione espressiva: avanguardie alle quali peraltro l’arte italiana offre il contributo primario del Futurismo e della Metafisica.
Verso la fine degli anni Dieci, l’impulso originario della rivoluzione artistica attuata dalle avanguardie (fauvismo, cubismo, futurismo, astrattismo) giunge ad un punto di crisi che consente l’istaurarsi in tutta Europa di tendenze che vanno sotto il titolo di “ritorni all’ordine”.
Queste tendenze a partire dalla metà degli anni Venti ripropongono rapporti con momenti dell’arte del passato, e trovano in Italia forme specifiche che, come s’è detto, sono ben presenti nei loro diversi aspetti entro la collezione della Banca.
In Italia il “ritorno all’ordine” ha manifestazioni ispirate sia a quello che fu definito il “gusto dei Primitivi” sia a forme di reviviscenza classicista, classicheggiante o arcaizzante.
Non riassumibile in termini di definizione univoca, questo percorso si offre dunque come l’attraversamento di un’ampia serie di diversità espressive, che possono trovare solo nelle singole schede – biografiche e delle opere - i commenti che ne espongano caso per caso il linguaggio particolare e l’apporto al contesto generale dell’arte italiana ed europea.
Dalla crisi delle espressioni tardo-ottocentesche alle avanguardie e al “ritorno all’ordine”
Dalla crisi delle espressioni tardo-ottocentesche alle avanguardie e al “ritorno all’ordine”
Opere
I tre fratelli
L’opera presenta due figure di uomini d’alta statura, uno dei quali è a cavallo; in mezzo a loro sta un giovane. Una rudezza possente caratterizza i corpi dei personaggi che si stagliano su un cielo tempestoso.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Il Tevere da via Ripetta
Il Tevere da via Ripetta è costruito su una fuga prospettica che da un balcone precipita verso il fiume, in una serie vertiginosa di avvitamenti dei volumi delle case affacciate su un orizzonte che coincide con i limiti della città. Gamme calde, offerte al sole, contrastano con i verdi cupi degli alberi che fiancheggiano il Tevere.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Tempesta sulla valle dell’Aniene
Nella Tempesta sulla valle dell’Aniene, del 1925, Ferrazzi oppone al piccolo borgo quietamente disteso a valle un paesaggio che, investito dalla deflagrazione del cielo, rivela pienamente la vocazione drammatica dell’artista.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Studio per Daphne a Pavarolo
Lo Studio per Daphne a Pavarolo, del 1933-1934, è fedele allo schema dell’opera definitiva. Esso presenta un personaggio femminile seduto, in posizione frontale anche se il corpo è leggermente spostato verso la parte sinistra del dipinto.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Ritratto di ragazza con mandolino
L’opera, detta anche Mandolino, esibisce con estrema chiarezza e radicalità la scelta neomuseale di Socrate. Vista di fronte con lieve inclinazione del volto verso il lato sinistro del dipinto, la ragazza è in atto di suonare il suo strumento.
Dipinto
XX Sec.
Ritratto
La quiete
Alla Biennale veneziana del 1922 Gualino era rimasto colpito da un grande quadro: La Quiete di Felice Carena,che non era in vendita. Mosso da ammirazione per questo che è probabilmente il capolavoro del pittore torinese aveva chiesto all'artista di dipingerne una seconda versione per la sua collezione, quella ora conservata a Palazzo Koch.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Ritratto del Dottor Giordani
Si tratta di una preziosa testimonianza dell'attività futurista di Severini nel 1913. Questa data, insieme all'indicazione del mese (luglio) e al nome della città dove Severini operava (PARIS) è iscritta in basso a destra mentre dal lato opposto si legge la dedica: “ Al carissimo amico Giordani, affettuosamente Gino Severini”.
Dipinto
XX Sec.
Ritratto
Processione di ossessi
In forte rilievo entro uno spazio che il gioco dell’ombra e della luce rende profondo, le figure paiono brulicare in un’animazione febbrile. Una folla si snoda dall’alto verso il basso in una convulsa discesa a partire da una croce che segna l’inizio del percorso.
Scultura
XX Sec.
Figurativo
La pineta
Il tema della pineta, più volte affrontato da Carrà nell’ambito delle sue rappresentazioni del paesaggio toscano di litorale, è risolto qui in una particolare struttura compositiva. Il ruolo protagonistico nella rappresentazione è assunto da un folto gruppo di pini che occlude l’intera parte superiore del quadro dal piano sin al fondo, mentre gli esili fusti degli alberi filtrano lo sguardo sino alle case sullo sfondo.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
I pesci sacri
Il dipinto, firmato in basso a destra “G. de Chirico”, è una delle migliori repliche del famoso dipinto metafisico I Pesci Sacri (uno dei più noti capolavori della produzione metafisica di de Chirico), pubblicato per la prima volta nel 1919 nella monografia edita da “Valori Plastici” e appartenuto al fondatore del movimento e dell'omonima rivista, Mario Broglio, che lo espose in una mostra del gruppo, tenutasi nel 1921 in Germania.
Dipinto
XX Sec.
Natura morta
Pescatore
Il personaggio, un pescatore che raccoglie il frutto del suo lavoro, si presenta al riguardante in una posizione quasi frontale. Le braccia che si protendono verso il pescato formano una sorta di tenaglia aperta che spicca, per alcune accensioni di luce-colore, sulla cupa tonalità dominante.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Paesaggio futurista
Si tratta di un dipinto assai intenso pur nelle sue ridotte dimensioni che sono dovute molto probabilmente alla natura di bozzetto che quest'opera sembra rivelare. I colori pesanti ma animati da violenti contrasti di toni complementari (soprattutto i verdi e i rossi) saturano le forme sventagliate nello spazio.
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Paesaggio
Questo Paesaggio presenta verso il centro dell’opera, ma con lieve spostamento verso il lato destro, un gruppo di case arroccate ai piedi d’una collina che s’innalza in diagonale verso l’alto. Il primo piano, sul quale compaiono due personaggi, si espande in direzione d’un lago costeggiato da un monte.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Natura morta con melograni, zucca e pere
Questa Natura morta con melograni, zucca e pere, opera tipica dell’attività di Gregorio Sciltian, offre i diversi frutti che ne sono per così dire protagonisti in una disposizione estremamente elegante, accanto ad un panno bianco che ricade verso la parte inferiore del quadro.
Dipinto
XX Sec.
Natura morta
Le Matelot
In una sua mostra personale del 1927 Savinio espose un dipinto intitolato Le Matelot (il marinaio) che è probabilmente da identificare con il presente dipinto, generalmente assegnato al 1928 ma riportato da Pia Vivarelli all'anno precedente in base appunto, all'identificazione con l'opera ricordata nel catalogo della mostra.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Marina dopo il tramonto
La marina si presenta qui in uno scorcio solitario, gravato da tonalità crepuscolari tra acqua, terra e cielo, e segnato da una tonalità malinconica che una barca, abbandonata sulla riva, sembra accentuare. Il tema della marina è tra quelli che Carlo Carrà ripropone di continuo tra le due guerre.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Fontana (che piange)
Il pastello, che è un autentico capolavoro di bravura, si colloca ancora nella fase divisionista dell' artista. I tratti filamentosi seguono un andamento orizzontale e si distribuiscono in matasse dense di materia. Qui Balla esprime al meglio la propria capacità di attingere i giochi della luce che investe le forme.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Due donne
Le Due donne protagoniste del dipinto offrono al riguardante i loro volti: quasi frontale, anche se lievemente spostato verso il lato destro del quadro, quello che è collocato alla sinistra, mentre l’altro personaggio piega altrettanto lievemente il suo volto verso il lato sinistro.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Diana di Efeso
Quest’opera illustra, del complesso lavoro compiuto da Aristide Sartorio in diverse direzioni di linguaggio, l’aspetto più direttamente legato alla presenza di riferimenti letterari o mitologici, nel clima della particolare flessione della cultura decadente che si ebbe in Italia e soprattutto entro il contesto artistico romano.
Dipinto
Biblico - Storico - Mitologico
Case di Borgogna
Due fabbricati dal lato destro del quadro si spingono verso il centro, attorniati da una cupa vegetazione, sotto un cielo che verso lo sfondo raccoglie una tenue luce solare. L’opera è del 1923, ossia successiva alla sua adesione alla poetica di Valori Plastici.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Il carcere di Viareggio
Il carcere di Viareggio presenta essenzialmente una tristissima facciata alla quale sembra appoggiarsi la garitta della sentinella. E’ una visione plumbea nella quale lo sfondo, occluso dalla facciata della prigione e da una costruzione che in secondo piano sovrasta la facciata stessa, è squarciato in parte da una breve porzione di cielo senza gioia.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio