Giacomo Balla, Fontana (che piange)

Fontana (che piange)

Fontana (che piange)

Il pastello, che è un autentico capolavoro di bravura, si colloca ancora nella fase divisionista dell' artista. I tratti filamentosi seguono un andamento orizzontale e si distribuiscono in matasse dense di materia.
Qui Balla esprime al meglio la propria capacità di attingere i giochi della luce che investe le forme. La composizione è costruita su due piani: il primo, frontale, è occupato dall'acqua che cadendo a pioggia nella vasca in ombra crea una serie di fili argentati. Nell'impatto, questi esplodono come fuochi d'artificio in una successione di zampilli azzurrini. L'artista ricrea, attraverso il colore imbevuto di luce, un'immagine 'più vera del vero'. Egli forse si è servito di una serie di scatti fotografici per mettere a fuoco in una speciale ora del giorno effetti attimali di riverberi che bucano l'ombra. Sulla superficie liquida si increspano onde leggere che incrociano zone di azzurro intenso, là dove gli alberi lasciano filtrare un raggio di sole. Nella parte retrostante un forte contrasto di ombra densa e cupa chiude l'orizzonte e lascia intravedere una fitta cortina di chiome alberate disposte in filari contigui. Zone di giallo risaltano con violenza sui bruni delle ombre e segnalano il prato che si ravviva, ancora, dove la luce colpisce. Anche sotto il profilo tecnico questo dipinto è un esempio della abilità quasi magica dell'artista di infondere nei pigmenti una verità così toccante.
Il colore, pastoso, conserva tuttavia una leggerezza di tocco.

Artista

Giacomo Balla

Cronologia

1906

Materia e tecnica

Pastello su carta

Misure

cm 40 x 55

Compilatore

Augusta Monferini

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