Felice Carena, La quiete

La quiete

La quiete

Alla Biennale veneziana del 1922 Gualino era rimasto colpito da un grande quadro: La Quiete di Felice Carena,che non era in vendita.
Mosso da ammirazione per questo che è probabilmente il capolavoro del pittore torinese aveva chiesto all'artista di dipingerne una seconda versione per la sua collezione, quella ora conservata a Palazzo Koch. Gualino avvertì nell'opera di Carena lo spirito di quel 'ritorno all'ordine' che era ormai in trionfale ascesa in tutta Europa, dopo lo svuotamento delle sperimentazioni avanguardistiche. La Quiete è una tela di grandi dimensioni ambientata in un bosco dove un suonatore di flauto siede accanto a una donna con un orciuolo sul capo. Due figure femminili nude si mostrano l'una di dorso in primo piano, l'altra seminascosta tra gli alberi in atto di bagnarsi. Le due bagnanti rimandano anche iconograficamente alla serie di baccanali e concerti rinascimentali da Bellini a Giorgione e Tiziano.
L'impianto chiaro e ben spaziato è improntato a una solennità che, nello sguardo enigmatico della canefora, sembra richiamare la sacralità di antichi riti legati alla terra. L'aura di un rinnovato classicismo promana dal dipinto con la solennità di una scelta programmatica, quasi il manifesto per un nuovo stile moderno. Lo conferma la misurata sonorità del colore, modulato tra i toni chiari dei corpi femminili e gli scuri dei tronchi che si intrecciano alle loro spalle. Nella nitida impaginazione dello spazio i piani attingono un orizzonte lontano ma ben calibrato. Siamo di fronte alla celebrazione di un rito agreste? Sembrano suggerirlo la compostezza altera dei personaggi, il rigore con cui risulta controllato il rigoglio della natura, nelle foglie ben disegnate degli alberi, nella plasticità quasi astratta dei tronchi, nei fiori disseminati con grazia ad ingentilire il prato.

Artista

Felice Carena

Cronologia

1922 - 1924 circa

Materia e tecnica

Olio su tela

Misure

cm 152 x 203

Compilatore

Augusta Monferini

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