Si tratta di un dipinto assai intenso pur nelle sue ridotte dimensioni che sono dovute molto probabilmente alla natura di bozzetto che quest'opera sembra rivelare. I colori pesanti ma animati da violenti contrasti di toni complementari (soprattutto i verdi e i rossi) saturano le forme sventagliate nello spazio. Questo è attraversato da un dinamismo di ispirazione “universale” il quale porta i modelli di Boccioni verso una metafisica cosmica quale sarà propria dei dipinti più tardi di Prampolini: ammesso che la data apposta in basso a destra (1917) sia veritiera e che il dipinto non sia già toccato da quella vena di “Areopittura” che caratterizzerà il secondo Futurismo. In effetti, seguendo la suggestione del titolo che parla di “paesaggio”, sembra di assistere ad una visione dall'alto di mare, di prati e di montagne. Resta comunque indefinibile il riferimento naturalistico di queste forme geometriche rotondeggianti, o divise in porzioni triangolari e come sospese in uno spazio reso profondo dall'accavallarsi degli spicchi di colore e dai contrasti tra zone scure e luminose.
Enrico Prampolini, Paesaggio futurista
Paesaggio futurista
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Artista
Cronologia
1917
Materia e tecnica
Olio su masonite
Misure
cm 29 x 29,5
Compilatore
Augusta Monferini