Disseminati sull’intera superficie del dipinto, i colori tenui e soffusi – ai quali sembra dare il là il rintocco di rosa pallidissimo che giace al centro della composizione – si divincolano nella spazialità aperta, e potenzialmente infinita, del campo pittorico; nessun legaccio li tiene, nessuna sonda prospettica li ancora ad un punto: come fossero in un amnio, appaiono fra brevi retroflessioni e affioramenti, mentre solo un breve colpo di nero, in basso, s’eccettua dal dialogo sommesso e accordato del tono.
Afro è adesso, all’avvio del nuovo decennio, al culmine del suo riscontro internazionale, che può dirsi iniziato con il gran premio alla Biennale del ’56, e proseguito fra l’altro, con la commissione del murale per Unesco di Parigi espletata nel ’58, l’assidua presenza negli Stati Uniti, in spazi pubblici e privati, oltre che a Kassel, a San Paolo del Brasile, a Parigi, a Milano e Roma. La Biennale del ’60 gli destina poi una nuova sala personale, mentre J. J. Sweeney gli dedica nel ’61 un’importante monografia, e tutta la migliore critica italiana (Brandi e Argan in testa) segue con attenzione il suo lavoro: che volge, come dimostra anche questo dipinto (esposto per la prima volta a New York nel ’63), verso una felice libertà nell’uso del colore in unione adesso con un empito gestuale che, pur controllato, testimonia del fecondo contatto, avvenuto soprattutto tramite l’amico Scialoja, con la grande pittura americana dell’action painting.
Afro Libio Basaldella, Figura
Figura
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Artista
Cronologia
1961
Materia e tecnica
Tecnica mista su tela
Misure
cm 70 x 100
Compilatore
Fabrizio D'Amico