In un formato verticale - non usuale, a questa data, al pittore: che predilige invece allineare le sue forme come se giacessero sul filo di un immaginato orizzonte - alcune figure imperfettamente geometriche (cerchi, triangoli, trapezi, ovoidi) s’ergono come un totem d’antiche civiltà, stagliando le loro sagome interroganti e i loro timbri cromatici accesi contro un fondo che si modula sui toni del grigio.
Dal 1970 in avanti, e fino alla morte che verrà nel 1975 (questo Fuori tiro è certamente uno dei suoi ultimi dipinti), Afro muove la sua pittura in modo marcato e del tutto imprevisto, lontano dalle sapienti trasparenze e lente effusioni atmosferiche che gli erano connaturate: i corpi si stagliano ora, sulla superficie della tela, intatti dal segnare affannoso e dal lento chiaroscuro che li aveva accompagnati nell’età matura. Progressivamente, essi rinunciano alle ombre, così che le forme si giustappongono nitide, coloratissime, quasi tramassero una danza giocosa contro un fondale anodino, imperturbato, il più delle volte occupato da una rigorosa monocromia. A questi esiti inattesi Afro fu sospinto anche da una parallela ricerca grafica, che si fa ora intensa, e dall’ascolto delle possibili suggestioni che gli poterono forse venire dal lavoro coevo di Burri, suo antico amico e compagno di strada; oltre che, certamente, dalla ricerca neo-costruttivista di Pasmore.
Afro Libio Basaldella, Fuori tiro
Fuori tiro
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Artista
Cronologia
1975
Materia e tecnica
Tecnica mista su tela
Misure
cm 145 x 100
Compilatore
Fabrizio D'Amico