Salvatore Scarpitta, Dimostrazione a New York (Vigilia a New York)

Dimostrazione a New York (Vigilia a New York)

Dimostrazione a New York (Vigilia a New York)

La piccola tela è tutta percorsa, squassata quasi, da forme allungate, strappate, che, gravide di colori vibranti e variati – dal nero al rosso, dal bianco all’arancio – si distendono sull’orizzonte o s’impennano sulla verticale. Nel coacervo inestricabile delle figure dilaniate, si distinguono alcune iscrizioni. “Not die”, si ripete in più punti: un’esortazione a serbare il ricordo dell’ingiusta accusa di essere spie al soldo dell’URSS rivolta ai coniugi Rosenberg, per la quale essi furono processati nell’America maccartista e mandati a morte nel 1953.
A questa morte è dedicata l’opera di Scarpitta, appassionata ed insieme lirica e trasfigurata testimonianza di resistenza all’odio e alla prevaricazione dell’uomo sull’uomo: come era in lui connaturato da sempre, sin dagli anni più giovanili devoti a un tormentato espressionismo. A partire dal ’53, con più decisione si fa presente a Scarpitta una memoria del futurismo di Balla, che viene a scompaginare la poggiatura concretista degli ultimi anni Quaranta; parimenti, al futurismo – allora poco frequentato dall’avanguardia italiana, per le sue presunte implicazioni con il regime fascista – rinvia il modo di iscrivere il dipinto con lettere e parole. Dimostrazione a New York fu esposta alla prima mostra personale che il pittore ebbe alla galleria romana della Tartaruga, con prefazione di Mario Mafai.

Cronologia

1954

Materia e tecnica

Olio su tela

Misure

cm 65 x 80

Compilatore

Fabrizio D'Amico

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