Sergio Romiti, Composizione

Composizione

Composizione

Corpi geometrici si incastrano sulla superficie, occupando tutta l’estensione del dipinto: ancora una volta è l’idea di un orizzonte attorno al quale si ordina e si sviluppa la composizione a governare la spazialità del dipinto: ed è questa intenzione formale, che pur qui il pittore insegue, ad allontanare l’opera dalla nozione di un’accademia dell’astratto, di cui Romiti pare avvertire i rischi. Se pur non siano più riconoscibili, ormai, nei viluppi dei segni – quasi lamine di un meccano – dirette memorie di realtà.
Sul fondo, si dispongono trame geometriche di spazi, bianchi e grigi, ocra e arancio: ma scorre fra quei campi, pur nettamente disgiunti uno dall’altro, un’amistà, un’atmosfera comune che li stringe: è il momento, questo che conduce dal ’53 alla metà del decennio, nel quale Romiti ascolta più forte la lezione del tonalismo morandiano, e la sua spazialità costruita per brevi dissonanze attorno a un timbro dominante. Di qui a poco, entro lo stesso 1955, e più decisamente a muovere dall’anno seguente, Romiti sperderà i suoi oggetti – ormai: i suoi segni – nella franta spazialità del dipinto, come se un soffio di vento improvviso li avesse squadernati: rinunciando a quella forza centripeta che li ha finora vincolati ad un’ordinante idea di orizzonte.

Artista

Sergio Romiti

Cronologia

1955

Materia e tecnica

Olio su tela

Misure

cm 51 x 65

Compilatore

Fabrizio D'Amico

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