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Paesaggio con l’incontro tra i santi Antonio abate e Paolo primo eremita

Paesaggio con l’incontro tra i santi Antonio abate e Paolo primo eremita

Gaspard Dughet

La tela, di forma ovale, rappresenta uno dei più noti episodi della vita dei Padri del deserto: l’incontro tra i santi Antonio abate e Paolo di Tebe, noto come “primo eremita”. Tale soggetto ha offerto al pittore il pretesto per formulare un vasta ed intensa composizione paesaggistica.
Quadrato in evoluzione

Quadrato in evoluzione

Gastone Novelli

Nel piccolo dipinto, si dispiega una spazialità vasta, quasi incommensurabile; alitata, sospinta verso un indefinito ‘oltre’ – si direbbe – dal vorticare folle di quell’elica, quasi unica nota di colore squillante acceso nel lago dei bianchi e dei grigi, che gira al centro della composizione, come raccogliendo e sospingendo ovunque il flebile soffio di vento che la muove.
Penisola sorrentina al tramonto

Penisola sorrentina al tramonto

Giacinto Gigante

La penisola sorrentina al tramonto di Giacinto Gigante esibisce un paesaggio che si protende verso il mare, e che occupa quasi tutto lo spazio dell’opera, il cui ultimo confine è costituito dal delicato rosseggiare del tramonto sotto un cielo caldamente luminoso.
Tramonto a Bacoli

Tramonto a Bacoli

Giacinto Gigante

Come nella Penisola sorrentina al tramonto, anche in Tramonto a Bacoli il paesaggio è segnato dagli alberi che si erigono – qui ai due lati dell’opera – aprendosi verso un orizzonte dominato da un cielo luminoso.
Autoritratto

Autoritratto

Giacomo Balla

Prima dell'adesione al Futurismo, Giacomo Balla praticava una pittura postimpressionista, aggiornata secondo i modi di un personalissimo divisionismo.
Colpo di fucile domenicale

Colpo di fucile domenicale

Giacomo Balla

Il dipinto che è firmato in bassa a destra “Balla futurista” è una tipica composizione astratta risalente al periodo in cui Balla abbandonato ogni sia pur indiretto riferimento figurativo, lascia libera la propria fantasia di disegnare arabeschi curvilinei che si intrecciano nel campo del dipinto creando accordi tra gli azzurri, i gialli e i grigi accanto a contrasti tra i neri e i rossi con improvvisi “vuoti” di bianco.
Dalie luminose

Dalie luminose

Giacomo Balla

Questo soggetto è trattato da Balla tra il 1931 (data di un primo dipinto di dalie in collezione privata a Roma) e il 1945, quando l'artista ne esegue un secondo dal titolo Splendore di dalie. Qui non solo è ripetuto lo stesso tema, ma è analoga, soprattutto al dipinto del 1945, anche la composizione.
Fontana (che piange)

Fontana (che piange)

Giacomo Balla

Il pastello, che è un autentico capolavoro di bravura, si colloca ancora nella fase divisionista dell' artista. I tratti filamentosi seguono un andamento orizzontale e si distribuiscono in matasse dense di materia. Qui Balla esprime al meglio la propria capacità di attingere i giochi della luce che investe le forme.
La seggiola dell’uomo strano

La seggiola dell'uomo strano

Giacomo Balla

Balla nel 1929 aveva appena preso possesso della sua nuova casa in via Oslavia n. 39 b, come ha scritto la figlia Elica: “C'era un terrazzo a livello con molto sole. Nei primi tempi che eravamo ad abitare la casa di via Oslavia mio padre dipinse la porta del terrazzo ne La seggiola dell'uomo strano, uno degli ultimi quadri futuristi”.
Mare velivolato

Mare velivolato

Giacomo Balla

Si tratta di uno degli arazzi che Balla inviò a Parigi nel 1925 alla “Exposition Internationale des Arts Decoratifs et Industrielles Modernes”,che presentava anche opere di Prampolini e Depero, intitolato allora “ Mer, voiles, vent”, nel 1986 appare con il titolo “Mare velivolato”e datato 1925.

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