Il dipinto presenta la figura di un giovane contadino, vestito poveramente e con un cappello in testa, mentre porge un tegame di coccio a un gruppo di anatre, in primo piano, immerse in uno stagno. La scena è ambientata in una realtà campestre, come è evidenziato dalla staccionata e dal covone di grano visibili sullo sfondo a sinistra.
Si tratta di un’opera tipica della corrente naturalistica sviluppatasi nella pittura lombarda a cavallo tra Sei e Settecento, analoga alla produzione di Giacomo Ceruti, pittore al quale il Todeschini fu molto vicino. In dipinti come questo, l’attenzione al dato realistico si lega a una visione ironica della realtà, davvero misera, in cui è collocato il rustico personaggio. Questa tonalità burlesca e popolare è sottolineata dall’espressione arguta del ragazzo che, quasi disturbato, volge lo sguardo sorpreso allo spettatore.
Tali tematiche erano all’epoca molto ricercate da collezionisti e amatori, tanto che l’artista le replicò più volte senza apportare grandi modifiche all’invenzione originaria. L’apprezzamento di queste opere era dovuto in particolare alla spontaneità d’atteggiamento e d’espressione delle figure ritratte sulla tela.
Giacomo Francesco Cipper, detto il Todeschini, Giovane allevatore d’anatre
Giovane allevatore d’anatre
Dipinto
XVIII Sec.
Figurativo
Artista
Cronologia
Prima metà XVIII secolo
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 117 x 93
Compilatore
Alessandro Zuccari