Giacomo Balla

Giacomo Balla (Torino 1871 - Roma 1958)

Autoritratto
Autoritratto

Giacomo Balla nasce nel 1871 a Torino, dove viene in contatto con la pittura di Pellizza da Volpedo e di Morbelli; da essi assimila sia l'interesse pittorico per il divisionismo, che egli contamina con gli impasti del Fontanesi, sia quello umanitario per i problemi delle classi emarginate.
Si trasferisce a Roma nel 1895. Un soggiorno a Parigi nel 1900 completa la sua formazione con la visione di Seurat e di Eugéne Carrière. A Parigi Balla approfondisce anche i suoi interessi per la fotografia, che già lo avevano sollecitato negli anni torinesi, mentre a Roma entrerà in contatto con i due fotografi più noti dell'Italia di allora, Filippo Rocci e Giuseppe Primoli. A Roma espone ritratti e soggetti umanitari che rivelano un'attenzione partecipe alla vita sociale dell'epoca, cercando di evitare sia i tagli prospettici dilatati, che erano un limite illustrativo dell'ultima pittura ottocentesca, sia la componente simbolistica tipica del divisionismo italiano. Fa da maestro ai giovani Boccioni e Severini e sollecitato da loro firma nel 1910 il Manifesto Tecnico dei Pittori Futuristi. In un primo momento i suoi dipinti riproducono il movimento dei corpi nello spazio sulla traccia delle sperimentazioni fotografiche di Marey e Muybridge; successivamente, nel 1913, il tema dell'automobile in corsa sarà rappresentato attraverso la ripetizione delle forme stilizzate delle ruote e dei triangoli allusivi alla “penetrazione” della velocità nello spazio. Tale ricerca lo sospinge verso un impianto astratto che si sviluppa negli anni seguenti. Intorno al 1930 abbandona il Futurismo e torna a una pittura di tipo postimpressionista. Muore a Roma nel 1958.