Questo soggetto è trattato da Balla tra il 1931 (data di un primo dipinto di dalie in collezione privata a Roma) e il 1945, quando l'artista ne esegue un secondo dal titolo Splendore di dalie. Qui non solo è ripetuto lo stesso tema, ma è analoga, soprattutto al dipinto del 1945, anche la composizione. Il vaso in cui sono posti i fiori poggia su un drappo viola dalle pieghe cangianti. Le dalie si spalancano alla luce: i rosa carnosi si fanno più chiari nella veduta frontale dove il raggio di sole li coglie in pieno. I bianchi accostati ai gialli risaltano nella loro flagrante freschezza. I rossi, più lontani dalla fonte di luce, si ravvivano solo nelle corolle. Un fiore giallo è caduto dal vaso e giace nell'angolo in basso accanto ai petali caduti. Giacomo Balla dalla fine degli anni Venti ha abbandonato il Futurismo per tornare ad un realismo di ispirazione quasi fotografica. Ma mentre le nature morte, alcuni paesaggi e i molti ritratti assumono ora una pesantezza di materia e una certa stanchezza inventiva, nel rappresentare i fiori l'artista conserva una freschezza e sempre un'alta qualità pittorica. I fiori colti in una festa di colori gioiosi e vividi a contrasto del fondale scuro conservano quell'allegria e quello stato d'animo vitale che il pittore ha sempre attinto dal suo contatto con la natura e che rende questa opera non distante, nell'ispirazione poetica, dalle sue invenzioni futuriste.
Giacomo Balla, Dalie luminose
Dalie luminose
Dipinto
XX Sec.
Natura morta
Artista
Cronologia
1940
Materia e tecnica
Olio su tavola
Misure
cm 101 x 112
Compilatore
Augusta Monferini