Opere

Numero risultati: 283

Equivalenza

Equivalenza

Giulio Paolini

Nel vasto spazio di una tela bianca s’incrociano al centro due ortogonali. Il loro punto d’incontro, fuoco esatto della composizione, è anche il centro di due rettangoli, anch’essi designati con assoluta precisione da un segno sottile di matita nera, che occupano due porzioni crescenti di spazio, riecheggiando le dimensioni della tela.
Composizione

Composizione

Giulio Turcato

Poche forme ispirate a canoni rigorosamente geometrici si incastrano l’un l’altra sulla piccola superficie del dipinto; le riempiono un rosso e un nero, un bianco purissimo e un tenue colore d’acqua, ciascuno, al loro interno, non toccati dal chiaroscuro: colori, tutti, quasi didascalicamente puri, lontani dal rendere qualsiasi sensazione atmosferica.
Lenzuolo di San Rocco

Lenzuolo di San Rocco

Giulio Turcato

Carte e cartemonete compongono una strana figura verticale, che s’alza enigmatica su un fondo sabbioso, senz’ombra. Ancora una volta l’immagine vuole pertinacemente la superficie, né cerca un’illusione di profondità, che la stringerebbe al mondo.
Officina

Officina

Giulio Turcato

I fabbricati industriali si presentano come pure forme geometriche esaltate dai contrasti tra gamme cromatiche pure, di bianco luminoso, di blu cupo e di rosso scuro. Il tema della bidimensionalità, che ben presto prenderà campo nelle sue opere astratte segna quest’opera con l’abbandono radicale d’ogni illusionismo prospettico, è qui svolto da Turcato in una soluzione limpidamente evidente.
Porto

Porto

Giulio Turcato

Tralicci, ponteggi, altre imprecisate strutture rievocano la densa attività che contraddistingue un cantiere portuale. Un ambiente di lavoro, dunque: ma tutto vi avviene sulla superficie, senza fughe prospettiche verso un fondo solo sommariamente indicato da pochi colori purissimi (l’ocra ad indicare la terraferma, sovrastato dall’azzurro del mare), irrelati ad una plausibile rappresentazione naturalistica.
Reticolo

Reticolo

Giulio Turcato

“Forme di pura invenzione lirica s’intrecciano e si sovrappongono secondo il ritmo dell’emozione, creando uno spazio che è spazio poetico”; così scrisse Palma Bucarelli, allora direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, introducendo la vasta sala personale che la XXIX Biennale di Venezia dedicava, per la prima volta, a Turcato.
Adorazione dei Magi

Adorazione dei Magi

Giuseppe Bartolomeo Chiari

La tela, notevole esempio dell’arte di Chiari, raffigura l’Adorazione dei Magi conferendo all’episodio evangelico elementi tratti dalle fonti apocrife: i saggi giunti da Oriente sembrano infatti identificati con Melchiorre re dei Persiani, Baldassarre re dell’India e Gaspare re d’Arabia.
Il Foro di Pompei II

Il Foro di Pompei II

Giuseppe De Nittis

Il linguaggio di De Nittis si piega con estrema sensibilità alle nature diverse delle cose rappresentate: così, in questa seconda variante del tema del Foro di Pompei, le forme sono segnate dall’incontro – l’impatto si vorrebbe dire – tra luce e materia petrosa.
Il mazzo di giunchiglie

Il mazzo di giunchiglie

Giuseppe De Nittis

Questo piccolo dipinto offre la visione, che la pennellata veloce ed essenziale rende quasi fuggevole, d’un personaggio femminile visto di spalle dal cui fianco destro un bianchissimo mazzo di giunchiglie sporge ricco di luce.
Aci e Galatea

Aci e Galatea

Giuseppe Diamantini

Il soggetto della tela, tratto dagli Idilli di Teocrito, illustra l’amore di Galatea per l’avvenente pastore Aci. Il mito narra che il ciclope Polifemo, a sua volta innamorato della bella nereide, uccise il giovane siciliano scagliandogli addosso un enorme masso. Galatea, pur di tenere in vita il ricordo dell’amato, trasformò il sangue di Aci nel fiume presso Catania che ne prese il nome.

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