Carte e cartemonete compongono una strana figura verticale, che s’alza enigmatica su un fondo sabbioso, senz’ombra. Ancora una volta l’immagine vuole pertinacemente la superficie, né cerca un’illusione di profondità, che la stringerebbe al mondo. Eppure Turcato narrò che proprio da una memoria di un evento reale (la processione di una statua di San Rocco, sulla quale i fedeli affiggevano, al passaggio, richieste di grazia e offerte in denaro) nacque l’idea per una breve serie di opere, fra cui questa, che recuperano ironicamente la tecnica del collage, adottato per la prima volta nel secolo dalle avanguardie storiche, in particolare da Picasso e da Braque.
L’origine di queste immagini (e di altre analoghe che seguiranno a breve, come ad esempio i Tranquillanti per il mondo), se mai ne esista una plausibile, è però da ricercarsi, più che nel clima proto-cubista, in area dadaista, e forse nei suoi sviluppi surrealisti, che muovono da Schwitters o da Picabia. Certo Turcato giunge, alla fine del decennio, a un’ironia marcatamente eterodossa e originale, interamente personale: ed è anche attraverso questo sorriso che posa sempre sulle cose che tocca, che egli trova modo di eccettuarsi da ogni atteggiamento accademico che possa sfiorare la sua scelta astratta.
Giulio Turcato, Lenzuolo di San Rocco
Lenzuolo di San Rocco
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Artista
Cronologia
1958 - 60
Materia e tecnica
Olio e collage su tela
Misure
cm 130 x 96
Compilatore
Fabrizio D'Amico