Nato probabilmente a Roma nel 1654, si formò nella bottega di Carlo Maratta, accostandosi al suo stile a tal punto da esserne considerato l’allievo più fedele. La sua attività giovanile comprende una serie di affreschi, oggi perduti, per il casino Chigi alle Quattro Fontane, il completamento della cappella Marcaccioni in S. Maria del Suffragio (1682) ed un gruppo piuttosto cospicuo di pale d’altare e dipinti a soggetto mitologico, nei quali l’influenza di Maratta appare dominante.
Nel 1696 realizzò la decorazione della cappella Teddalini Bentivoglio in S. Silvestro in Capite. Attivo per grandi committenti, quali gli Ottoboni e i Patrizi, Chiari venne ammesso all’Accademia di San Luca nel 1697, di cui fu eletto principe tre volte dal 1722 al 1725.
Fu attivo nel palazzo romano dei Colonna (Presentazione di Marcantonio Colonna alla Vergine, 1700) e a palazzo Barberini. Durante il pontificato di Clemente XI Albani (1700-1721) ricevette numerose commissioni: nel 1708 i cartoni per una cupola minore di S. Pietro, nel 1714-1719 la monumentale Gloria di San Clemente nel soffitto dell’omonima basilica romana, nel 1718 il Profeta Abdia per la navata di S. Giovanni in Laterano. Nel 1727, all’apice della sua fama, morì a Roma e venne sepolto in S. Susanna.
Giuseppe Bartolomeo Chiari
Giuseppe Bartolomeo Chiari (Roma? 1654 - Roma 1727)
XVII Sec.