Tra gli anni Venti e gli anni Quaranta hanno luogo in Italia come in tutta l’Europa molte vicende che costruiscono una vera e propria fase nella storia dell’arte moderno-contemporanea. Prendono campo artisti che, nati nella seconda metà del primo decennio del Novecento e negli anni Dieci, non hanno partecipato né alla rivoluzione artistica realizzata dalle avanguardie storiche né alle esperienze dei “ritorni all’ordine”, se non taluni in modo del tutto marginale. D’altro canto, sono presenti e attivi artisti più anziani che erano stati coinvolti nella cultura dei “ritorni all’ordine” e che prendono anch’essi nuovi orientamenti.
I più anziani tra gli artisti appartenenti a questi strati generazionali pervengono al pieno svolgimento delle loro intenzioni durante questa fase, mentre anche i più giovani propongono le loro prime prove mature, o, almeno, le indicazioni sostanziali sugli orientamenti delle loro ricerche.
Dai più anziani ai più giovani la spinta culturale di fondo è verso un rifiuto dei “ritorni all’ordine”. Per i più anziani, questo rifiuto si tradurrà soprattutto nel rifiuto degli aspetti più dogmatici, più chiusi, o celebrativi, del “novecentismo”, il che tra le altre conseguenze avrà quella d’una ripresa di attenzione al tonalismo portato avanti da Giorgio Morandi e ad una temperie emotiva più ”intima”.
Per i più giovani, il rifiuto si tradurrà in una generale rivendicazione di libertà da qualsiasi ismo fondato su programmi strettamente definiti quali erano stati i “manifesti” delle avanguardie o dei “novecentisti”.
Dalla Francia, dove la seconda generazione dei surrealisti – fra i quali ha rilievo speciale Alberto Giacometti - emerge con forza assieme ad artisti di nuova figurazione quali Balthus, alla Germania dove le diverse ricerche di nuovo realismo hanno al loro centro, assieme al più anziano Otto Dix, il “realismo magico” di Christian Schad o di Franz Radziwill, il contesto europeo presenta molte alternative. I protagonisti di questa fase artistica compiono le proprie rivisitazioni nel passato – anche in quello, recente, delle avanguardie - al lume d’una radicale ricerca di singolarità espressiva.
Il tema della contaminazione tra linguaggi diversi assume grande importanza in un clima liberato da eccessive prescrizioni programmatiche.
La situazione italiana riflette anch’essa questo nuovo clima culturale. Un clima di cui la collezione della Banca d’Italia è in grado di proporre il vivace contesto in una parte cospicua, e in alcuni casi rilevante, dei suoi apporti.
Dai più anziani come Francesco Trombadori o Riccardo Francalancia in situazione di frontiera, per così dire, tra contesto di “ritorno all’ordine” e nuovo contesto, ad Antonio Donghi, “realista magico” di parte italiana; dai casi perspicui e singolarissimi di Luigi Bartolini o di Renato Paresce – veri e propri outsider – a Carlo Levi e a Roberto Melli, e sino al folto e fecondo ambiente romano all’interno della Scuola Romana o attorno ad essa; da Fausto Pirandello a Mario Mafai, da Alberto Ziveri a Giovanni Stradone: in ognuno di questi artisti il nuovo contesto dell’arte fra le due guerre appare significativamente esemplato.
Tra le due guerre, al di là del “ritorno all’ordine“
Tra le due guerre, al di là del “ritorno all’ordine“
Opere
Veduta di Vallerano
L’opera presenta uno scorcio di borgo medievale, un tema tipico della pittura a Roma fra le due guerre, da Trombadori a Francalancia e allo stesso Ziveri. Il frammento di borgo si profila sulla parte sinistra del dipinto, partendo da un primo piano occluso da un poderoso contrafforte.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Ritratto di Lina
L’opera presenta un volto di donna, rappresentato di tre quarti e volto verso la parte destra del quadro. Il personaggio veste una sorta di giacca larga, le cui tonalità contrastano con quelle del volto, rosee, morbide, delicatamente investite da una luce che ne infuoca le guance.
Dipinto
XX Sec.
Ritratto
Paesaggio laziale
Il Paesaggio laziale di Francesco Trombadori, del 1935, è articolato secondo un principio di classica, ordinata, semplicità: dal primo piano del quadro, la strada sembra allontanarsi lentamente verso lo sfondo quasi del tutto chiuso dagli alberi.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Paesaggio fiorentino
Sulla destra del dipinto un muro di pietra si flette sinuosamente verso lo sfondo, dove sembra bloccare di colpo degli edifici addensati strettamente, dietro i quali s’affacciano un campanile e una cupola.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Paesaggio di Ciociaria
La composizione di questa pittura del 1934, ossia degli anni centrali nella carriera di Francesco Trombadori, è fondata sul forte contrasto fra la densa e cupa vegetazione che arroccata su un costolone ne blocca il lato sinistro, e il borgo che s’inerpica in salita sul colle nel lato destro.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Paesaggio con elci
Il Paesaggio con elci è del 1928, ossia d’una data alla quale Donghi ha sostanzialmente elaborato il proprio programma figurativo: la stasi, la sensazione di fatale immobilità degli alberi che, intensamente chiomati, occupano l’intero campo visivo, sorge dall’avidità dello sguardo che insegue ogni dettaglio.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Natura morta con frutta e asparagi
Sul panno rosso d’un tavolo, una fruttiera sovrasta un pacco di asparagi inclinato verso il lato sinistro del quadro. La composizione non rivela alcuna preoccupazione di allestimento armonico degli oggetti. Essa sembra invece voler contestare l’ordine nel quale da Cézanne in poi la natura morta è pensata come occasione di strutturare un equilibrio di volumi e di forme.
Dipinto
Natura morta
Mercato di notte
L’opera presenta una piccola folla raccolta attorno ad un banco. Il venditore in primo piano si rivolge agli avventori che compongono un cerchio interrotto soltanto nel primo piano, quasi a sottolineare la presenza del venditore, scura a spicco sul piano del banco in piena luce.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Marina di Celle Ligure
Il paesaggio, del 1951, è qui strutturato in alcune fasce ben spiccate: la più ampia è quella d’un mare blu dal quale una fascia nuvolosa d’un blu più chiaro sembra sorgere dal mare sulla sinistra del dipinto, puntando in diagonale verso il cielo e sfrangiandosi verso la destra.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Largo di San Rufino n. 16
Lo scorcio di borgo medievale presenta una discesa che sulla parte sinistra del dipinto dirotta verso un fabbricato del quale appare un tratto brevissimo, mentre sulla destra due case affiancano la strada.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
La fenêtre
L’opera, del 1926, presenta una complessa veduta da una finestra spalancata su un terrazzino nel quale sono collocati oggetti offerti allo sguardo non in quanto testimoni d’un evento quotidiano ma come una studiatissima natura morta, più precisamente una “stille liebe” o natura silente.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Fabrica di Roma
Di questa località laziale Donghi trascura il borgo, per puntare invece ad un luogo puramente naturale, senza alcuna presenza umana: una sorta di squarcio tra due alberi che formano altrettante masse incombenti ai due lati del quadro, aprendosi nella parte centrale su un orizzonte la cui linea estrema è modulata dalla forma d’un monte.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Enrico e il divano
Il personaggio è rappresentato quasi frontalmente; alle sue spalle la forma del divano al quale egli è appoggiato in modo rilassato è accennata schematicamente. La gamma cromatica è dominata da toni rosati che svariano sino a farsi quasi bianchi sotto l’azione della luce.
Dipinto
XX Sec.
Ritratto
Donne allo specchio
Due donne di profilo tendono i loro volti e i loro corpi verso uno specchio che riflette un terzo personaggio non rappresentato direttamente. La totale “ferialità” della scena d’interno, d’ambiente palesemente popolare, è sottolineata dall’abbigliamento delle donne e dall’immobilità quasi passiva delle due donne, che rafforza l’assenza radicale d’ogni idea di “posa”.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Casolari in campagna
L’opera presenta in un primo piano una folta vegetazione dietro la quale s’apre una radura che conduce a dei fabbricati distesi su due livelli. Verso lo sfondo, al disotto d’un cielo mosso, nel quale un azzurro intenso e un chiarore rosseggiante si contrastano con forza, un caseggiato appare stretto tra la collina che lo stringe e un filare d’alberi sul lato sinistro.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio