Il Paesaggio con elci è del 1928, ossia d’una data alla quale Donghi ha sostanzialmente elaborato il proprio programma figurativo: la stasi, la sensazione di fatale immobilità degli alberi che, intensamente chiomati, occupano l’intero campo visivo, sorge dall’avidità dello sguardo che insegue ogni dettaglio.
E’ suggerita qui una così totale assenza di mobilità da conferire alla visione dei brani di natura una strana, misteriosa, innaturalità.
Il “realismo magico” di Donghi non si fonda affatto sulla tradizione veristica, ossia sulla tendenza tardo-ottocentesca a far della forma un dato subalterno rispetto ai dettagli anche i più aneddotici della rappresentazione. Non è la pura e semplice messa in immagine d’un evento o d’un racconto, ma una visione quasi allucinata che nella sua implacabile evidenza trascende l’aneddotismo.
Lo specialissimo realismo del quale Donghi fornisce in Italia le prove più alte – vera e propria autonoma variante italiana di un’importante linea di ricerca internazionale - produce il clima mentale e psicologico d’una stupefatta interrogazione.
Antonio Donghi, Paesaggio con elci
Paesaggio con elci
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Artista
Cronologia
1928
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 50 x 50
Compilatore
Antonio Del Guercio