Questo percorso riunisce le opere di tre grandi pittori italiani che hanno svolto il loro cammino distanti da gruppi e movimenti, in una condizione che è lecito definire come solitaria. Tragitti creativi, sono appunto quelli di Giorgio Morandi, di Filippo de Pisis e di Fausto Pirandello, che hanno segnato profondamente la vicenda della pittura italiana del secolo scorso, imprimendovi l’impronta della loro altissima qualità; ma che con quella vicenda può dirsi che ebbero infine solo tenui rapporti: non in quanto quei rapporti non furono da essi mai cercati, ma perché quegli uomini trovarono infine la loro verità nell’appartatezza di un pensiero, e di un fare, macerati soltanto in solitudine.
Esiste certamente, perciò, un frangente dell’esistenza di Morandi vissuto ‘accanto’ al futurismo, corretto dalla regola cubista di Ardengo Soffici, poi all’esperienza metafisica (di Carrà, in particolare), infine ‘accanto’ ai “Valori Plastici” di Mario Broglio. Esiste un De Pisis, nel tempo suo che lo vide operoso a fianco agli italiens de Paris, sedotto dallo spaesamento metafisico di De Chirico, che il “marchesino pittore” aveva d’altronde conosciuto già nella natia Ferrara. Ed esiste un Pirandello prossimo per un attimo a Mafai e al tonalismo romano. Ma nessuno di essi ha infine trovato in quelle comunanze la propria lingua, né la maggiore maturità.
Hanno pagato, ciascuno, quel loro isolamento: Pirandello con il sostegno, a lungo e soltanto, di una piccola critica di impatto poco più che regionale; De Pisis con il dileggio di tanti; Morandi con il vituperio, venutogli in epoche diverse da fronti lontanissimi, d’un mancato coraggio, e impegno, della sua pittura.
E con infinite incomprensioni: dal neo-impressionismo attribuito, come irredimibile retaggio di un tempo ormai trascorso, a De Pisis; alla “isolanità” (quale?) supposta per Pirandello. Infine: non ebbero chi li seguisse, se non pallidi imitatori. Nemmeno Morandi, di cui pure il suo interprete più appassionato, Francesco Arcangeli, volle scorgere la familiarità con un nuovo “naturalismo”: ma errando.
Tre grandi isolati del XX secolo: Morandi, de Pisis, Pirandello
Tre grandi isolati del XX secolo: Morandi, de Pisis, Pirandello
Opere
Veduta di Burano
È fatto di nulla, questo quadretto che raffigura, al centro, perfettamente parallela al piano di posa, una gondola su un canale veneziano, e dietro ad essa le povere case di una Burano ancora soltanto artigiana.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Trama di nudo
Una figura di donna – frontale, nuda, le mani raccolte in grembo – occupa l’intera spazialità del dipinto. Si direbbe anzi che il supporto, il cartone di risulta di cui sempre nel dopoguerra Pirandello avrebbe scelto di servirsi, non basti a contenerla tutta, quella misera e inamena figura: in alto e in basso, il volto e le gambe sono come crudelmente tagliate.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
La strada bianca
Una lunga strada, sbiancata da un sole meridiano, s’incunea verso il fondo lontano della composizione. La fiancheggia a sinistra uno spalto di verzura, argenteo per quanto è anch’esso trafitto di luce; su di esso poggiano, quasi senza peso, le semplici cubature di due case, senz’ombre.
XX Sec.
Paesaggio
Ritratto di vecchio
Fatto di colori fondi di terra, di ombre e di radi, celeri colpi di luce, questo volto di vecchio (un cadorino: “questa gente sana e gentile”, scrive De Pisis, commosso dal suo incontro con Cortina d’Ampezzo) è un piccolo capolavoro.
Dipinto
XX Sec.
Ritratto
Paesaggio di Anticoli
Il paese di Anticoli, piccolo borgo asserragliato su un colle laziale, era meta, fin dagli anni Venti, di lunghi soggiorni di numerosi pittori romani, e non solo (vi soggiornò anche Arturo Martini): Pirandello ne ritrasse sovente le falde dei monti che lo cingono, e la sottostante vallata. Come in lui usuale, l’orizzonte altissimo racchiude e costringe la composizione a un pugno stretto di materia quasi ingovernata – ove dominano i verdi e i colori di terra - aggredita dalla spatola e dal rovescio del pennello.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Paesaggio
Campi e cielo, alberi e case: ma la composizione raffigura infine solo il vento che batte ovunque, scancellando il nitore delle forme, unendo in un unico timbro i toni diversi dei verdi, delle ocra. Morandi è a Grizzana, il piccolo paese delle colline bolognesi ove da tempo si reca ogni estate.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Ombre estive
Un gruppo d’alberi occupa tutto lo spazio del cartone, saturandolo, e come tramandolo d’ansia: quasi a significare che nemmeno davanti ad uno squarcio di paese Pirandello riesce a placare il suo sguardo tormentato sulle cose.
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Oggetti elettrici
Piccoli, indeterminati “oggetti elettrici” stanno raccolti su un tavolo che s’impenna altissimo al centro della composizione; accanto, solo una cartella azzurra, e un bicchiere: niente più. Al solito, le nature morte di Pirandello sono costruite con poco, quasi che i poveri suoi pretesti visivi siano stati raccolti sul piano di posa da un casuale colpo di ramazza; governate da un accordo tonale di pochi colori di terra nel cui concerto risuona, spesso, una nota d’azzurro.
Dipinto
XX Sec.
Natura morta
Natura morta romantica
In uno spazio tutto raccolto sul primo piano, prende vita un’affollata natura morta: un cabaret, un bricco e una tazzina, un ventaglio, altri vassoi, un quadruccio alla parete…; e un uccellino, in ceramica, ma che par vivo, e quasi risentito di quella posa che gli è imposta.
Dipinto
XX Sec.
Natura morta
Natura morta con fiasco e ventola
È gremita di cose, questa giovanile natura morta del “marchesino pittore”, come de Pisis amò chiamarsi: un fiasco, un orcio, una tazza, un vetro, una ventola e, sparsi sulla tavola che scivola lenta verso il fruitore, frutta e ortaggi.
Dipinto
XX Sec.
Natura morta
Natura morta
Sul piano di posa ravvicinato e ben individuato dalle ombre che vi proiettano, isolati, gli oggetti stanno, cadenzate nel poco spazio in una paratattica successione e in alternanza severa di pieni e di vuoti, le poche cose a Morandi ormai infinitamente familiari: le bottiglie dal collo allungato, il lume, la brocca.
Dipinto
Natura morta
Fiori
Corolle multicolori – bianchi, aranci, verdi e gialli gremiscono il primo piano del piccolo dipinto – svettano con forza al centro dell’immagine. Emozionata, turbata come da un’esistenza che le scorra vicina, che le abbia lasciato addosso le sue impurità, le sue scorie. È un’immagine rara, questa di Morandi a questa data precoce.
Dipinto
XX Sec.
Natura morta
Banlieu di Parigi
Un angolo qualunque di una Parigi altrove splendida; un cancello sbarrato che delimita una casupola mal cresciuta (à vendre, dice un cartello che vi è affisso); una corte modesta da cui spunta un albero nero distendendo i suoi rami spogli contro il cielo livido.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio