La raccolta d'arte di Riccardo Gualino, raffinato imprenditore piemontese, è stata senza dubbio una delle più importanti collezioni italiane del primo Novecento. La grande crisi del '29 portò al fallimento il collezionista che cedette la raccolta alla Banca d'Italia con cui aveva contratto un grosso debito. La Banca fu costretta a mettere in vendita un certo numero di opere, ma fortunatamente una cospicua scelta restò in suo possesso segnando, di fatto, l'origine della prestigiosa collezione oggi conservata in Palazzo Koch, sede monumentale e centrale della Banca d'Italia.
La raccolta Gualino nata, agli inizi, sul modello delle grandi collezioni americane e orientata, quindi, sull'intero orizzonte storico e geografico a partire dall'antichità sino all'epoca barocca, subì un profondo cambiamento quando, nel 1918, l'imprenditore incontrò lo storico dell'arte Lionello Venturi. “Egli mutò sensibilmente la mia visuale artistica – ha scritto Gualino - e la fuse con la mia vita”. Così la raccolta si arricchì ben presto di sette dipinti di Modigliani, di opere importanti di Casorati, e di tele del “Gruppo dei Sei”, all'epoca considerati la nuova formazione d'avanguardia nella città di Torino, il celebre Ritratto della cugina Argia di Fattori, opere di Cézanne e infine dipinti degli Impressionisti, tra cui il famoso studio per la “La négresse” dell'Olympia di Manet. Quest'ultima anche se in forma ridotta di bozzetto, testimoniava da parte di Gualino un gusto spregiudicato e una risposta allo scandalo parigino che era esploso negli anni Ottanta a causa della nudità della donna, e che era divenuto una bandiera dell'avanguardia torinese e un simbolo di rivolta contro il benpensantismo borghese.
Le opere sopravvissute alla vendita tra cui il paesaggio di Monet, dipinti di Spadini, Soffici, Carena e qualche opera del Gruppo dei Sei restano a testimoniare l'impronta lasciata da Venturi e la partecipazione convinta e generosa di Gualino alle sue scelte. Il sodalizio tra i due andò ben oltre i rapporti di consulenza e ben presto si trasformò in un legame che li vide uniti nella gestione di iniziative di grande impegno per la città, anche nel campo del teatro. Li univa poi una profonda solidarietà sul piano politico: entrambi liberali e legati allo stesso gruppo di intellettuali antifascisti gravitanti intorno a Piero Gobetti, dall'architetto Sartoris ai critici Persico e Debenedetti allo scrittore Mario Soldati, tutti impegnati nel contrapporre alla chiusura del regime la circolarità della cultura e l'approccio internazionale all'arte contemporanea.
La collezione Gualino
La collezione Gualino
Opere
La quiete
Alla Biennale veneziana del 1922 Gualino era rimasto colpito da un grande quadro: La Quiete di Felice Carena,che non era in vendita. Mosso da ammirazione per questo che è probabilmente il capolavoro del pittore torinese aveva chiesto all'artista di dipingerne una seconda versione per la sua collezione, quella ora conservata a Palazzo Koch.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Piccoli pescatori o Tobiolo
Armando Spadini, considerato l'artista più vicino all'Impressionismo francese, introduce tuttavia nella sua versione un correttivo mentale che argina la sua sensualità ed esuberanza sentimentale. Le sue opere tarde, come ad esempio questa, mostrano come egli abbia saputo ascoltare la “voce delle cose” per giungere a conquistarne la risonante pienezza.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Paesaggio con case
Il dipinto, datato e firmato, è stato realizzato subito dopo la fondazione del “Gruppo dei Sei” ritenuto negli anni Venti la punta avanzata delle nuove tendenze anti-Novecento.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Paesaggio campestre al tramonto
Il Paesaggio campestre al tramonto è l'incantevole testimonianza di un grande maestro dell'impressionismo francese. La tela, di medio formato, figura a giusto titolo nel catalogo generale dell'opera di Monet e se ne conosce l'autorevole pedigree: prima nella collezione Bernheim, poi Tannhauser, entrambe raccolte di fama internazionale.
Dipinto
XIX Sec.
Paesaggio
Donna dormiente
Un dipinto ancora di schietto sapore torinese è questa dormiente di Nella Marchesini, allieva di Felice Casorati, il maestro che dal 1919, data del suo arrivo a Torino sino a tutti gli anni Trenta, è il perno su cui ruotano le nuove generazioni e da cui si irradiano le novità.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Collina di Cavoretto
L'attività e le finalità del “Gruppo dei Sei” sponsorizzato da Lionello Venturi e dallo stesso Gualino nella città di Torino, sono descritte nella precedente scheda relativa al dipinto dello stesso Galante Intitolato Paesaggio con case.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Bambini che studiano
Spadini è un'altra figura saliente nel panorama che Gualino andava tracciando. Dei sei dipinti che figuravano nella collezione, la Banca ne conserva due che tuttavia sono tra i migliori esempi della sua produzione.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
L'acquaiola
L'opera rappresenta una giovane popolana dalla presenza monumentale ed è colta in una veduta frontale e ravvicinata, occupando la scena da protagonista. La donna tiene in mano un orciuolo ed è nell'atto di attingere acqua.
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
L'abisso
Noto come autore di monumenti di grandi dimensioni, di soggetto sia civile che religioso fu molto apprezzato dall'aristocrazia torinese. Si tratta quindi di un acquisto imputabile a quel 'gusto vecchiotto' come Gualino stesso definì il suo, prima dell'incontro con Lionello Venturi: l'opera è il saliente gruppo marmoreo de L'Abisso.
Scultura
XX Sec.
Figurativo