Spadini è un'altra figura saliente nel panorama che Gualino andava tracciando. Dei sei dipinti che figuravano nella collezione, la Banca ne conserva due che tuttavia sono tra i migliori esempi della sua produzione. Presente con una sala personale alla Biennale del 1924, che lo consacra tra gli artisti ormai affermati, Spadini morirà l'anno successivo. Gualino aderì entusiasticamente all'interpretazione che dell'artista dava Lionello Venturi come dell'unico contemporaneo degno di stare alla pari degli impressionisti francesi, quasi un Renoir italiano, con qualche accento ripreso da Degas. La pittura di Spadini è sempre fluida, preziosa di impasti, colma di una sensualità che con grande evidenza arriva a trasformarsi in rappresentazioni sensibili ed intense della realtà .
In questo contesto Bambini che studiano è opera di particolare rilievo. I due bambini appoggiati ad un tavolo sono intenti a scrivere. La piccola con il capo leggermente inclinato, volge uno sguardo attento a ciò che il compagno scrive sul foglio. Un colore pastoso e delicato costruisce l'immagine proponendo un taglio frontale e quasi fotografico: addolcito tuttavia dall'invenzione affettuosa del soggetto. Una luce calda e morbida accarezza i fanciulli accendendo l'oro dei capelli e riflettendosi sulla pelle rosata dei loro volti intenti. L'impasto tenero e duttile della tavolozza suggerisce emozioni gentili, intonate alla grazia ed eleganza della scena.
Armando Spadini, Bambini che studiano
Bambini che studiano
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Artista
Cronologia
1918
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 61 x 82
Compilatore
Augusta Monferini