L’Ottocento italiano è qui presente attraverso una serie di opere che mostrano come dalle fasi di passaggio tra il Settecento e il nuovo secolo – qui rappresentate da un’opera del grande scultore Antonio Canova – si pervenga ad un’arte che mira a stabilire un intenso rapporto con la realtà concreta delle cose e degli eventi umani. Tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta i nuovi linguaggi dell’arte mostrano i loro primi grandi effetti.
Presente in tutte le aree dell’arte europea, questo “principio di verità” ha in Italia sviluppi caratterizzati che segneranno dalla metà del secolo in poi la nostra cultura figurativa ottocentesca.
Al centro della quale sta, fondamentale anche se non unica, l’esperienza dei “macchiaioli” toscani, che conferiscono soluzioni originali ai problemi d’una rappresentazione figurativa non più meticolosamente accademica o minuziosamente veristica. A dirla in breve, la pittura di “macchia” si fonda su pennellate più larghe, più franche, che costruiscono volumi essenziali e che consentono un’esecuzione più diretta, più libera, più immediatamente emozionata.
Un linguaggio che sposa tematiche non più “ufficiali” - siano esse istituzionali o religiose - ma concrete, feriali si potrebbe dire: ritratti, paesaggi, luoghi di città, soldati della guerre d’Indipendenza visti non nelle sfilate, ma in duri o faticosi o drammatici momenti; e interni di normali appartamenti, scene di lavoro.
Tematiche e soluzioni espressive del movimento appaiono qui testimoniate da protagonisti primari del movimento toscano, da Silvestro Lega a Giovanni Fattori, da Telemaco Signorini a Cristiano Banti.
Sul “principio di verità” convergono peraltro, con soluzioni diverse da quelle dei toscani, artisti d’altre regioni d’Italia, come il bolognese Luigi Bertelli, attento alla lezione del realismo francese di metà Ottocento, e il bellunese Ippolito Caffi, che fu tra i primi ad usare l’immagine fotografica come ausilio per la composizione pittorica.
E se in questo percorso compare anche un’immagine di Claude Monet, il grande impressionista francese, non è certo perché il caso italiano dei macchiaioli e quello francese degli impressionisti stiano sulla stessa linea espressiva, ma perché ambedue, a diverso livello, esprimono una fondamentale convergenza mentale e psicologica sulla “cattura” della realtà fisica.
Dal Neoclassicismo al “principio di verità”
Dal Neoclassicismo al “principio di verità”
Opere
Veduta dalla costa di Riomaggiore
D’uno dei più significativi protagonisti della vicenda dei macchiaioli a Firenze – Telemaco Signorini – si presenta qui, con una Veduta dalla costa di Riomaggiore, un documento di rilevante qualità.
Dipinto
XIX Sec.
Paesaggio
Profilo di donna
In questo Profilo di donna, Fattori presenta di profilo un personaggio di tipologia popolana, in un interno vagamente accennato. L’opera è strutturata da masse plastiche di consistente solidità, sommarie e forti, oggettivate nelle gamme cupe e profonde della capigliatura e dell’abito, a contrasto con la luminosa evidenza del volto.
Dipinto
XIX Sec.
Ritratto
Piazza Campitelli a Roma
Lo sguardo che Caffi rivolge al paesaggio in questa Piazza Campitelli denuncia una modificazione rilevante rispetto alle impostazioni storiche della veduta. La visione del luogo non è, per così dire, allestita. La componente monumentale di questa porzione di paesaggio urbano – ossia il teatro di Marcello - non viene privilegiata rispetto alla banalità delle costruzioni prive di valore storico.
Dipinto
XIX Sec.
Paesaggio
Paesaggio toscano
Il rettangolo allungato, stretto, di questo Paesaggio toscano di Cristiano Banti, profila la striscia di terreno che, partendo dal lato sinistro dell’opera, si spinge verso il lato destro. Questa striscia digrada lentamente sino a scomparire come se fosse inghiottita dal terreno.
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Paesaggio con cacciatore
In questo Paesaggio con cacciatore di Luigi Bertelli una pianura si slarga verso l’orizzonte, opponendo le tonalità cupe e accese d’un terreno ricco di densa vegetazione ad un cielo luminoso, verso il quale si protendono due alberi con ramatura a ventaglio. Quasi a squarciare la compatta vegetazione, uno scorcio di torrente offre il suo chiaro riflesso del cielo.
Dipinto
XIX Sec.
Paesaggio
Paesaggio campestre al tramonto
Il Paesaggio campestre al tramonto è l'incantevole testimonianza di un grande maestro dell'impressionismo francese. La tela, di medio formato, figura a giusto titolo nel catalogo generale dell'opera di Monet e se ne conosce l'autorevole pedigree: prima nella collezione Bernheim, poi Tannhauser, entrambe raccolte di fama internazionale.
Dipinto
XIX Sec.
Paesaggio
Maternità
Maternità, del 1881-1882, è una delle più intense opere di Silvestro Lega: le forme si aggregano nelle due zone decisive costituite dalle teste della madre e del bambino. Le mani della madre costruiscono lo spazio entro il quale la scena – ma meglio si direbbe l’evento – ha luogo, tra la presa salda della mano destra che regge il bambino e la sinistra che l’equilibra a mezz’aria.
Dipinto
XIX Sec.
Figurativo
Corinna
La Corinna di Antonio Canova è del 1819. Essa si colloca dunque nella fase durante la quale egli il grande protagonista veneto del neoclassicismo internazionale esegue i disegni per il progetto del tempio per la sua città natale di Possano: un tempio nel quale Canova dà corpo pieno al proprio originale intendimento dell’ideale neoclassico.
Scultura
XIX Sec.
Ritratto