Lo sguardo che Caffi rivolge al paesaggio in questa Piazza Campitelli denuncia una modificazione rilevante rispetto alle impostazioni storiche della veduta.
La visione del luogo non è, per così dire, allestita. La componente monumentale di questa porzione di paesaggio urbano – ossia il teatro di Marcello - non
viene privilegiata rispetto alla banalità delle costruzioni prive di valore storico. La curvatura del monumento, che rompe gli equilibri tradizionali della composizione, propone un convincente effetto di movimento, ben più che un valore d’illusione tridimensionale. E, ovviamente non svolge alcuna funzione di “nobilitazione” della veduta.
L’impianto compositivo fuoriesce insomma dagli schemi d’una visione organizzata secondo equilibri tradizionali.
In altri termini, si fa sentire l’intervento della fotografia che si presentava allora come nuova tecnica riproduttiva delle apparenze della realtà. Anche se l’apparecchiatura fotografica dell’epoca non consentiva l’istantanea, questa era in qualche modo suggerita dalla relativa rapidità del nuovo mezzo moderno rispetto all’elaborazione pittorica.
L’attenzione alla fotografica contribuì dunque a sospingere Caffi verso la ricerca d’una struttura compositiva capace di suggerire l’idea d’una cattura immediata del paesaggio prescelto. Al tempo stesso, l’apertura di raggio della lente fotografica proponeva una prospettiva allargata, sicché la veduta include, sui due lati di questa Piazza Campitelli, la presenza di porzioni di paesaggio che non sarebbero visibili secondo i canoni prospettici tradizionali.
Ippolito Caffi, Piazza Campitelli a Roma
Piazza Campitelli a Roma
Dipinto
XIX Sec.
Paesaggio
Artista
Cronologia
1840 circa
Materia e tecnica
Acquerello su carta
Misure
cm 23 x 30
Compilatore
Antonio Del Guercio