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Casa di riposo Bonacossa a Dorno Lomellin

Casa di riposo Bonacossa a Dorno Lomellin

Angelo Morbelli

La luce fioca filtra da due grandi finestre sulla sinistra, avvolgendo in un ambiente ampio e disadorno le sette donne. La scena disadorna riproduce come in un'istantanea un momento di penoso raccoglimento e di solitudine di queste vecchie riunite nell'ospizio e ritratte nell'inutile scorrere delle loro vite, al termine di una giornata.
Dalla Colma

Dalla Colma

Angelo Morbelli

Morbelli arrivò tardi al Divisionismo. Infatti aveva quasi raggiunto i quarantanni quando nel 1891 partecipò con Segantini e Previati nella Esposizione Triennale di Milano, segnando l'avvio dell'esperienza divisionista italiana.
L’orto dell’artista

L'orto dell'artista

Angelo Morbelli

Con questa ariosa veduta aperta su un panorama che si inoltra in un orizzonte lontano, Morbelli ritorna sul tema amato del paesaggio amato della sua casa di campagna a La Colma di Rosignano.
Scena d’interno

Scena d’interno

Ambientata all’interno di una sorta di ufficio, da identificare probabilmente con una banca, la scena mostra vari gruppi di figure che parlano animatamente tra di loro. Si distinguono alcuni personaggi dalle capigliature e dagli abiti severamente scuri ed altri con vestiti dalle tonalità più sgargianti.
Madonna col Bambino e San Girolamo

Madonna col Bambino e San Girolamo

Il delicato dipinto rappresenta la Vergine che si volge a san Girolamo, mentre il Bambino si discosta per un attimo dal seno della madre per benedire il santo. L’anziano dottore della Chiesa, che incrocia le braccia sul petto in segno di adorazione, è riconoscibile dal galero, il purpureo cappello cardinalizio appeso al ramo di un albero.
Rilievo con la Santissima Trinità

Rilievo con la Santissima Trinità

Questo raffinato rilievo marmoreo, dalla forma vagamente ovale, presenta un’interessante raffigurazione della Trinità. Il primo piano è interamente occupato dal corpo del Cristo privo di vita, sorretto con delicatezza dalle braccia del Padre.
Due di febbraio

Due di febbraio

Antonio (Toti) Scialoja

Su due registri, che occupano la parte superiore e inferiore della composizione, si susseguono le impronte, che Scialoja ha impresso sulla tela con il tramite di una carta oliata, imbevuta di colore, e successivamente ‘battuta’ sul manto della pittura già a sua volta intriso di colore.
Notturno

Notturno

Antonio (Toti) Scialoja

Il quadro presenta un breve tratto di paesaggio, che nella composizione rammenta l’organizzazione morandiana di questo tema, fra caseggiati eretti al centro del quadro e un cielo notturno appena squarciato da qualche cenno più luminoso.
Senza titolo

Senza titolo

Antonio (Toti) Scialoja

Lunghi e stretti segmenti di carte precedentemente bagnate di colori l’uno con l’altro accordati (il registro tonale, qui, è quello delle ocra tendenti all’azzurro e al grigio) si susseguono paratatticamente sulla piccola superficie: quantità geometriche, soltanto, che sembrano aliene da ogni volontà di attestare slanci, passioni, grida dell’animo: come a lungo era stato in Scialoja.
Tre sabbie

Tre sabbie

Antonio (Toti) Scialoja

Tre doppie impronte si ergono in verticale nella composizione, saturandone lo spazio. L’immagine è grave, intransigente, quasi ostile; i tre corpi – rialzati da una spessa materia che unisce le sabbie ai pigmenti cromatici grazie ad un collante vinilico a presa rapida – appaiono come fiamme bianche e rosse, disponendosi in sequenza sulla superficie: come testimoni di un evento che abbia lasciato di sé un’eco dolorosa.

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