Figurazione di inizio secolo

Figurazione di inizio secolo

Felicità
Felicità

Le prime apparizioni di una pittura definibile di “avanguardia” si configurano, in Italia, con la tendenza “divisionista” di artisti come Previati e Segantini nati negli anni Cinquanta dell'Ottocento. Diversi altri pittori nati negli stessi anni restano però estranei allo sperimentalismo divisionista e portano avanti fino alla loro scomparsa, avvenuta intorno agli anni Trenta del Novecento, una figurazione tradizionale ispirata tuttavia ad ambizioni di “verità” e permeata da un forte naturalismo. La tendenza “verista” aveva avuto origine nel meridione con artisti quali Domenico Morelli o Giuseppe e Filippo Palizzi, per trovare poi una opposizione in movimenti come quelli raggruppati nella cosiddetta Scuola di Resina (De Nittis. De Gregorio, Leto, Cecioni) e nell'orientamento “macchiaiolo” che ebbe il suo massimo esponente nel Fattori. Il moto realista e verista si propagò dal Sud verso il Nord all'insegna di un culto del “vero” che dalla ricerca ottico-percettiva del naturale si estendeva al verismo sociale debordando in temi celebrativi o moraleggianti, interpreti di una nuova coscienza della vita e della realtà nazionale. Le atmosfere cupe e i toni grigi venivano sostituiti dalla luce del plein air in una ricerca di toni e di “valori”, condivisi a loro modo anche dagli artisti riuniti nel presente percorso che non subirono l'influsso della “macchia” o dell'Impressionismo.

Compilatore

Augusta Monferini

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