Più che un' opera definitiva sembrerebbe uno studio o un appunto, inteso a imbastire una composizione intorno allo scorcio audace della punta di terra scura che si proietta sull'acqua. La lingua nera su cui è stata tratta a riva la barca, si protrae nella luce argentata del lago. Un gruppetto di bambini corrono in direzione dell'acqua. Sono tre bambine e due maschietti, il primo caduto a terra tra una costellazione di fiori che fanno da vivido contrappeso alla cupa riva sassosa. Il secondo più lontano si muove anch'egli verso la barca Due delle tre bimbe sono presentate di spalle, secondo una scelta visuale che l'artista riprende da Sorolla e da Zorn, maestri incontrati a Venezia nel clima cosmopolita delle prime Biennali degli anni Novanta. La terza figura di bambina volge il volto divertito verso il piccolo che ha spinto a terra.
La scena illustra il gioco, la corsa festosa dei bambini come ci dicono le vesti ondeggianti e gonfiate dall'aria delle bambine. È una scena d'azione, ed infatti lo studio del movimento è proprio la ricerca che Tito affronterà a partire dagli anni Novanta offrendo un nuovo e moderno carattere distintivo alla sua interpretazione di realismo.
Ettore Tito, Giochi in riva al lago (o anche Giorno di Festa)
Giochi in riva al lago (o anche Giorno di Festa)
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Artista
Cronologia
1910
Materia e tecnica
Olio su cartone
Misure
cm 49 x 71
Compilatore
Augusta Monferini