Contro un fondo di un rosso omogeneo, da una sorta di traliccio si allungano lingue o sbuffi vaganti di fumo: ne esce un’immagine che, più che con la natura, con la quale Calzolari ha pur dichiarato di voler serbare un rapporto, sembra discendere da un’allucinazione o da un sogno.
Tutti i materiali sono stati trascinati da Calzolari nella sua opera, prelevati indifferentemente dalla natura, dall’uso comune o dalla fucina industriale: dal tubo fluorescente di neon – sovente piegato a rappresentare la parola e la scrittura, talvolta con forti tangenze con un procedimento tipico di alcuni artisti concettuali – alle superfici e ai tubolari ghiaccianti, al film e al video; dal piombo al rame, dalla plastica alla stoffa, dal corpo umano a quello d’un animale, dalle piume alle foglie di tabacco… Spesso, con una vocazione ambientale o un’implicazione di durata dell’opera nel tempo, che si è esplicata anche nella performance. Negli anni Ottanta, Calzolari – quasi a confermare la sua onnivora volontà di coinvolgimento di ogni potenzialità artistica nel proprio lavoro, senza operare su di esse alcuna gerarchia, e la sua attitudine ironica – ha usato anche la pittura, mantenendone un bilico fra il sogno più avventurato e il coinvolgimento emotivo di certo informale.
Pier Paolo Calzolari, Senza titolo
Senza titolo
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Artista
Cronologia
1985
Materia e tecnica
Tecnica mista su tavola
Misure
cm 103 x 145
Compilatore
Fabrizio D'Amico