Elementi naturali – forse rovi, o cespugli – appaiono, trasfigurati, dietro lo sbarramento dei legni scuri di una rustica staccionata. Ovvero, per converso, sono solo segni, colori, geometrie che squassano la superficie? Come sempre in questi suoi primi anni maturi, Moreni oscilla fra una memoria imperfetta di un dato di realtà e un’intenzione integralmente astratta; e lascia volutamente che la figura si bilanci fra le due vocazioni. Sempre porta, però, nella sua immagine un piglio, un crampo, e quasi una malevolenza, che gli rimarranno nel tempo, e che saranno, nel variare degli orientamenti stilistici, sue caratteristiche irrinunciabili.
È l’anno, questo, che vede l’adesione data dall’artista al progetto del “Gruppo degli Otto” che, raccogliendo l’eredità del “Fronte Nuovo delle Arti” e con composizione leggermente variata (vi aggiungono Afro e, appunto, Moreni, mentre se ne allontanano fra gli altri Guttuso e Pizzinato, che dànno vita a un opposto fronte del realismo), intende qualificarsi come l’aggregazione più prestigiosa e ‘moderna’ di artisti appartenenti alla generazione di mezzo. Moreni porta al gruppo, orientato per lo più su un’assunzione di stilemi post-cubisti, una più sommossa gestualità, una foga nel comporre, e assiepare, gli elementi delle sue figure che lo apparenta fra i suoi compagni d’avventura al solo Vedova (del ’19, egli è non per caso il più vicino per generazione a Moreni). L’immagine che ne discende, così – per quanto nominata con l’asettico titolo di Composizione – preannuncia già quell’urgenza di parola, e quella propensione al grido, che accompagneranno Moreni nei suoi anni futuri.
Mattia Moreni, Composizione 777
Composizione 777
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Artista
Cronologia
1952
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 61 x 82
Compilatore
Fabrizio D'Amico