La tela può essere, come spesso in Gastini, il supporto di una più antica pittura: erosa fino all’imprimitura, essa non conserva più nulla dell’immagine che ospitava, se non la memoria di quella primigenia intenzione a dipingere, a riempire “lineis et coloribus”, con linee e colori, la superficie: quasi un atto preventivo di fiducia e d’adesione dell’artista al secolare statuto della pittura. Una lenta orchestrazione di toni accordati la percorre adesso: macchie, soltanto, di terre e ocra, ombre e improvvisi soprassalti di tremule luci. In basso, un filo di rame si piega su sé stesso, e sorregge verso di noi un vetro, dove si deposita un timbro dissonante, azzurro: quasi un richiamo, un invito a scoprire l’opera e le sue antiche seduzioni.
Gastini ha racchiuso in questa sua piccola opera tanta parte del fascino che posseggono i suoi lavori maggiori, usualmente concepiti nella grande e grandissima dimensione: che invadono del loro eccesso, della loro iperbolica carica emotiva, lo spazio dell’ambiente: occupato da materiali anticanonici, desueti alla pittura, e che tutti convogliano il fruitore a una memoria, calda e gremita di sensi, di un’esperienza passata.
Marco Gastini, Senza titolo
Senza titolo
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Artista
Cronologia
2000
Materia e tecnica
Tela, rame, vetro e pigmenti
Misure
cm 84 x 72
Compilatore
Fabrizio D'Amico