Un possente cavaliere macedone, con la spada fieramente impugnata dalla mano destra, è ritto sul suo cavallo imbizzarrito. Sullo sfondo si notano le tende di un accampamento militare e in alto appare una figura alata, distesa sulle nuvole, con una tromba e una corona in mano. Si tratta chiaramente di un’allegoria della Fama, raffigurata nell’atto di incoronare l’eroico personaggio. La particolare somiglianza con la figura di Alessandro Magno, presente negli altri arazzi della serie, permette di avanzare l’ipotesi che questo cavaliere, sinora considerato un guerriero qualunque, sia da interpretare come un’ulteriore immagine del sovrano macedone. Possiede, infatti, il medesimo elmo piumato e gli stessi lunghi capelli biondi, mentre il cavallo bianco da lui cavalcato sarebbe il mitico Bucefalo descritto dai biografi. Conferma questa ipotesi la presenza di una bandiera e delle corone degli sconfitti, che giacciono a terra in primo piano.
La posa trionfante del cavaliere è ispirata a quella dell’analoga figura posta al centro dell’Entrata trionfale di Alessandro a Babilonia, ideata da Charles Le Brun per Luigi XIV nel 1665. Come negli altri pezzi della serie, l’arazziere, costretto anche dalle ridotte dimensioni dell’arazzo, ha dovuto semplificare l’elegante figura ideata dal pittore francese, adattandola alle necessità di questa produzione tessile del tardo Seicento.
Manifattura francese, Alessandro Magno come vincitore
Alessandro Magno come vincitore
Arazzo
XVII Sec.
Biblico - Storico - Mitologico
Cronologia
1680 - 1690
Materia e tecnica
Lana e seta
Misure
cm 270 x 155
Compilatore
Alessandro Zuccari