Francesco Hayez (Venezia 1791 - Milano 1882) compie una lunga carriera a Milano, dove egli si trasferisce nel 1820. La sua prima formazione avvenne sotto gli insegnamenti degli artisti dell’ultima fase del Settecento veneto, ma già nel 1809 ha l’occasione d’incontrare a Roma Canova e Ingres, ossia due dei più significativi esponenti del neoclassicismo e del purismo.
A Milano, una sua opera dell’anno stesso del suo arrivo in città – Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri – è accolta come una manifestazione clamorosa ed efficace di quel settore, non solo italiano, del romanticismo che si volge a temi storici anche come maniera indiretta di evocare vicende contemporanee: quelle, per gli italiani e per Hayez in particolare, delle aspirazioni e dei moti che preparano e attuano il Risorgimento.
Frequentatore delle personalità eminenti che vivono a Milano o che vi soggiornano, da Manzoni a Rossini a Rosmini, Hayez partecipa intensamente – anche con la frequentazione dei salotti milanesi gestiti da uomini e donne di cui lascerà non pochi penetranti ritratti – al dialogo culturale dell’epoca.
Colorismo di radice veneta, intensità emotiva, temi capaci di rivolgersi con efficacia immediata al riguardante (ad esempio, il famoso Bacio), penetrazione psicologica in una folta produzione ritrattistica che entra in diretta concorrenza con quella di Ingres, sono i dati che assicurano a Hayez un ruolo primario nell’arte d’Ottocento nell’Italia del Nord.
Francesco Hayez
Francesco Hayez (Venezia 1791 - Milano 1882)
XIX Sec.
Compilatore
Antonio Del Guercio