Edoardo Dalbono (Napoli 1841 – 1915) appartiene alla generazione che prende campo dopo l’azione rinnovatrice di Giacinto Gigante, e quando sono ben presenti i Palizzi, in particolare Filippo che gli è maestro.
Egli aveva studiato disegno a Roma ma è a Napoli, e all’interno della vicenda artistica napoletana che, tra Scuola di Posillipo e Scuola di Resina, egli si qualifica definitivamente. Al tempo stesso, a partire dall’inizio degli anni Sessanta, egli manifesta un interesse acuto per la proposta toscana d’una pittura fondata sulla macchia. La sua presenza attiva è anche assicurata dalla partecipazione alle edizioni annuali della Promotrice di Napoli, ossia dell’istituzione che raccoglie sistematicamente la produzione artistica non solo locale.
Per un decennio, tra il 1878 e il 1888, egli soggiorna a Parigi, dove il mercante d’arte Goupil, al quale lo aveva introdotto De Nittis, gli apre l’arena parigina. Da Parigi egli si trasferisce a Venezia, che gli offre molti temi di vedute.
Pur sotto l’influenza di Domenico Morelli – che egli commemorerà in uno scritto assai acuto – Dalbono elabora un linguaggio nel quale la forza della macchia, che gli è suggerita dall’esempio toscano, si compone con naturalezza entro i limiti di un più tradizionale vedutismo.
Edoardo Dalbono
Edoardo Dalbono (Napoli 1841 - Napoli 1915)
XIX Sec.
Compilatore
Antonio Del Guercio