Gli unici e sporadici dipinti dedicati al paesaggio da Daniele Ranzoni furono quelli dedicati al lago Maggiore sulle cui sponde era nato e aveva trascorso la vita. In questa intensa veduta del lago, Ranzoni offre un saggio della sua raffinata sensibilità alla luce e al colore. Il dipinto è databile agli ultimi anni dell'artista che muore nel 1889.
Il cielo leggermente appannato scivola sulle acque dai riflessi argentei. La Punta di Pallanza si prolunga nel lago secondo una direzione obliqua che una luce radente carezza nel dorato passaggio dei toni. C'è in Ranzoni una intuitiva divisione del colore che aveva ereditato dall'insegnamento del Fontanesi presso l'Accademia Albertina di Torino, frequentata nei primi anni della sua formazione. L'artista seppe farne tesoro e in seguito saprà ottenere effetti di luce straordinari con risultati simili, appunto a quelli dei divisionisti.
Notevole è il risalto plastico della sponda verdeggiante e occupata dai caseggiati, risalto ottenuto attraverso il contrasto della massa scura con lo sfondo azzurro del cielo solcato da nuvole bianche. Il tremolio come arpeggiante, delle acque in primo piano piano, imposta un effetto di addentramento prospettico nello spazio che si conclude con la delicata visione delle colline nell'angolo destro.
Daniele Ranzoni, La punta di Pallanza
La punta di Pallanza
Dipinto
XIX Sec.
Paesaggio
Artista
Cronologia
Dopo il 1887
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 68 x 90
Compilatore
Augusta Monferini