Carla Accardi, Bianco chiuso

Bianco chiuso

Bianco chiuso

Segni maggiori e minori, bianchi – appartenenti ad un alfabeto sconosciuto, e che dunque non ad altro rinviano che a sé stessi – s’iscrivono in un rettangolo che occupa quasi per intero la tela, e sembra mimare lo spazio di superficie d’uno schermo televisivo (analogamente a quanto facevano in quegli stessi anni, più esplicitamente, Perilli, Sanfilippo, oltre ad altri gravitanti a vario titolo nella “nuova figurazione”).
Nel ’54  Accardi, all’albore della sua più piena maturità, aveva concentrato la sua pittura sul dialogo secco fra il bianco e nero: forse in connessione con le più aspre declinazioni dell’art autre parigina con cui, in questo tempo, essa è in contatto attraverso Michel Tapié. Subito successiva è  la riconquista del colore, soprattutto di un rosso acceso e clamante, sovente accostato al nero. Questo dipinto, del ’61, sembra rievocare quella stagione di poco antecedente, ma nel contempo attua quel meccanismo, tipico di questi anni, di un’ambiguità ottica e percettiva, che rende oscillanti fra primo piano e fondo la ‘figura’ costruita dai segni e la dualità dei timbri cromatici.

Artista

Carla Accardi

Cronologia

1961

Materia e tecnica

Tempera alla caseina su tela

Misure

cm 40 x 50

Compilatore

Fabrizio D'Amico

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