Antonio Corpora, Pietra miliare

Pietra miliare

Pietra miliare

Un fuoco bianco giace al centro dell’immagine, apparizione fantasmatica nella coltre dei grigi, delle ocra. Ma tutto è lasciato ormai all’indistinzione: le forme, non più contornate dal disegno, sono ridotte a “organismi pulsanti intessuti di luci e di ritmi grafici”, come ha scritto Nello Ponente presentando le 21 opere di questi anni che facevano la vasta sala personale di Corpora alla Biennale di Venezia del 1960. Quasi dissolte, quelle forme, nel magma di un colore assopito, sperdute ormai nel lucore che invade lento la composizione, mentre una grafia nervosa e celere si depone in rilievo su quella materia ulcerata.
S’accosta, il pittore, in questo declinare del sesto decennio, a una nozione d’informale che risente della formulazione che ne ha dato Michel Tapié, di un “art autre” che intende scavalcare le pratiche consuete dell’astrattismo ma anche il materismo orgoglioso di certo nostro informale padano, riversando le une e l’altro in una ricerca del segno che insegua rabdomanticamente la verità. È dunque un “informale eterodosso” – l’ha ben definito così Cesare Vivaldi – quello che Corpora persegue ora, non distante dalla ricerca coeva di altri artisti sia francesi (sulle tracce dell’ultimo Wols) sia italiani, aggregati da Achille Perilli attorno alla rivista “L’esperienza moderna”, uscita a Roma fra ’57 e ’59.

Artista

Antonio Corpora

Cronologia

1959

Materia e tecnica

Olio su tela

Misure

cm 65 x 81

Compilatore

Fabrizio D'Amico

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