Parole - ma disperse, slegate e senza costrutto - appaiono al centro della composizione, ormai dette a mezza bocca, senza più che un costrutto logico le stringa: “…antenate di ogni …”; “…che sia…”. Soltanto un pezzo di muro è lì a fare l’immagine; un intonaco che dalla strada Rotella ha rubato e ricomposto in studio su un supporto tradizionale, con la stratificazione di carte strappate – manifesti, affiches – che gli attacchini hanno steso sull’intonaco, e alle quali il tempo ha presto dato quel loro sapore di cosa transitata velocemente nella nostra esperienza, e ormai trascorsa.
Rotella strappa i manifesti dai muri forse dal 1954: certamente li ha esposti, a Roma e Milano, nel 1955. Quindi in anticipo sui colleghi francesi (noti come affichistes) che li mostrarono, a Parigi, solo nel 1957. Dapprima questi manufatti, (che consapevolmente e polemicamente scavalcavano ogni antico statuto della pittura: un po’ come avrebbero fatto le “bende” di Scarpitta, o come avevano fatto all’inizio del decennio i “sacchi” di Burri) aderiscono ai dettami non figurali della contemporanea ricerca pittorica: in essi, è un accentuato materismo, riconoscibile anche nel décollage qui esaminato, a governare l’immagine. A partire dai primi anni del settimo decennio, invece, il décollage lascia progressivamente intatta parte della figura che il manifesto riproduce: così che l’immagine finisce per apparentarsi a quella messa in voga dalla pop art statunitense.
Mimmo Rotella, La folla
La folla
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Artista
Cronologia
1961
Materia e tecnica
Décollage
Misure
cm 48 x 91,5
Compilatore
Fabrizio D'Amico