Le Due donne protagoniste del dipinto offrono al riguardante i loro volti: quasi frontale, anche se lievemente spostato verso il lato destro del quadro, quello che è collocato alla sinistra, mentre l’altro personaggio piega altrettanto lievemente il suo volto verso il lato sinistro.
I due volti sono separati, ognuno di essi è idealmente collocato in un proprio spazio, senza nessi che li colleghino. Questa modalità è tipica del tema dello pseudo-frammento che compare, non solo in Campigli e non solo nell’arte coeva in Italia, nell’ambito delle aree arcaizzanti dei “ritorni all’ordine”.
In questo tema il richiamo al mondo antico appare diverso sia dalla settecentesca “poesia delle rovine” sia dalla riproposizione neoclassica: esso è infatti connesso alla presenza delle “statue della Grecia diseredate” che Roberto Longhi aveva indicato in De Chirico come testimoni della crisi dei rapporti tra presente e passato nella cultura europea.
Opera del 1929, Due donne costituisce esempio caratteristico del linguaggio maturo di Massimo Campigli.
Massimo Campigli, Due donne
Due donne
Dipinto
XX Sec.
Figurativo
Artista
Cronologia
1929
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 55 x 48
Compilatore
Antonio Del Guercio