L’opera presenta un volto di donna, rappresentato di tre quarti e volto verso la parte destra del quadro. Il personaggio veste una sorta di giacca larga, le cui tonalità contrastano con quelle del volto, rosee, morbide, delicatamente investite da una luce che ne infuoca le guance.
E’ opera del 1930, quando Mafai è ormai avviato alle proprie originali scelte espressive. Il dato del particolare tonalismo che in Italia ha allora in Giorgio Morandi la sua espressione più alta è accolto da Mafai, ma è declinato su gamme cromatiche lontane da ogni tendenza verso la monocromia. Il dato tonale attenua i rossi, che tuttavia nel farsi rosei non perdono nulla della loro accensione, e traspaiono al disotto d‘ogni altra tonalità.
Nella pittura di Mafai, le cose, qui un volto, offrono sempre una consistenza fisica concreta e al tempo stesso sembrano sottoposte, nel flusso dell’esistenza, ad una sorta di lenta eppur fatale erosione.
In quest’opera appare insomma del tutto espresso il tema di ferita nascosta, non dichiarata ma soggiacente alle esperienze della vita, che caratterizza altamente l’arte di Mario Mafai.
Mario Mafai, Ritratto di Lina
Ritratto di Lina
Dipinto
XX Sec.
Ritratto
Artista
Cronologia
1930
Materia e tecnica
Olio su tavola
Misure
cm 38 x 29
Compilatore
Antonio Del Guercio