Senza titolo (Orizzonte)

Una sfera, magicamente sospesa nel nulla, gravita in un campo omogeneamente scuro: avviso o minaccia, la nuda presenza della figura geometrica più semplice e perfetta, portando con sé la sua energia davvero tellurica e primeva, sta al centro della composizione, mutuando dal fondo le sue ombre, le sue luci, i suoi nascondimenti. Dal suo spalto distante, essa interroga, nel suo muto consistere di oggetto senza peso, come un’icona laica e insieme sacrale, sul suo mistero, che sembra voler proiettare sullo spettatore.
È, la sfera, l’immagine forse più conturbante di Tirelli, artista di larga consapevolezza e cultura visiva, che sa come, alle radici dell’arte del nostro Novecento, una delle fonti fondamentali sia stata la metafisica, e com’essa abbia stimolato la nascita di quella che viene definita l’ultima avanguardia storica: il surrealismo. Senza che un orpello della metafisica di De Chirico passi nella sua immagine, da sempre integralmente astratta (e a maggior ragione senza che un solo ‘racconto’ di Magritte lo intralci), Tirelli eredita da quel mondo lo straniante sentimento d’assenza che esso restituisce, nella nostra esistenza, la comparsa improvvisa e decontestualizzata dell’oggetto comune: così è la sua sfera, arcana presenza sospesa sul nostro oggi.