In una scena molto affollata, si possono distinguere in primo piano alcune barche ricolme di marinai che attraccano al molo di un porto immaginario. L’ambientazione è tipicamente mediterranea e allude anche a scambi con il mondo orientale: lo dimostrano l’aspetto e l’abbigliamento di alcuni personaggi seduti nell’angolo a sinistra. Sulla destra due grandi velieri sono ormeggiati al largo, mentre sul lato opposto appaiono nella loro imponenza una torre-fortezza e un ponte che la collega alla terraferma.
Il dipinto, tipico della produzione italiana di Johannes Lingelbach, presenta espliciti riferimenti ai monumenti da lui ammirati a Roma. L’abbinamento del ponte e della fortezza è un’evidente allusione a Castel Sant’Angelo e all’omonimo ponte sul Tevere, anche se la forma dei piloni e delle arcate sembra richiamare il cosiddetto Ponte Rotto. Le enormi colonne, le statue panneggiate e i resti di un arco antico che si stagliano sulla sinistra, sono ugualmente ispirate ai monumenti romani che l’artista ha spesso riprodotto sulle sue tele. Questi ultimi elementi, colpiti da una luce fredda, richiamano la pittura di Viviano Codazzi, mentre il resto della scena è tutto costruito con colori più caldi che sembrano preludere alle assolate vedute di Gaspar van Wittel. Il grande vedutista, infatti, si ispirerà alla produzione di Lingelbach.
Johannes Lingelbach, Capriccio con porto mediterraneo
Capriccio con porto mediterraneo
Dipinto
XVII Sec.
Paesaggio
Artista
Cronologia
1674
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 112 x 160
Compilatore
Alessandro Zuccari