Un alto orizzonte illuminato da una luce diffusa e meridiana lascia intravedere in lontananza le sagome dei colli. Tutto il primo piano è occupato dalla rappresentazione della falciatura a cui un gruppo di contadini sta lavorando. Gli uomini sono allineati in una prospettiva trasversale rispetto all'orientamento delle fasce di terreno falciato. Due uomini in piedi sono in atto di limare la falce; alle loro spalle si aprono i due corridoi liberati dall'erba che come un mare verde dilaga sino all'estremo limite dell'orizzonte. Altre figure a piccoli gruppi di due o al massimo di tre, si scalano in obliquo attraversando l'intera composizione e amplificando l'effetto di vastità e di lontananza.
La semplificazione della scena negli andamenti e nei piani di colore essenziali, ha lo scopo di mettere in risalto i tratti del paesaggio prescelto. I ruderi dell'acquedotto che si stagliano al limite dell'orizzonte evidenziano che si tratta della 'campagna romana'. Lo studio degli effetti della luce solare è comunque una novità che distingue Sartorio dagli altri colleghi del gruppo intensificando la capacità di cogliere il fenomeno naturale con la massima fedeltà e verità. Il tema del lavoro è, in effetti comune a tutti gli artisti della 'campagna romana'. Tornato da Weimar nei primi anni del Novecento, Sartorio dopo l'esperienza di “In Arte Libertas” riprende il tema del paesaggio e unendosi a Coleman, Raggio e Carlandi aveva fondato il Gruppo dei XXV della Campagna Romana.
Giulio Aristide Sartorio, La falciatura
La falciatura
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Artista
Cronologia
1900 circa
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 55 x 76
Compilatore
Augusta Monferini