Il Paesaggio campestre al tramonto è l'incantevole testimonianza di un grande maestro dell'impressionismo francese. La tela, di medio formato, figura a giusto titolo nel catalogo generale dell'opera di Monet e se ne conosce l'autorevole pedigree: prima nella collezione Bernheim, poi Tannhauser, entrambe raccolte di fama internazionale.
La qualità è alta: il morbido impasto ha assorbito le ombre vespertine, aprendosi all'orizzonte in strie di livida luce. Un sentimento malinconico avvolge il bosco che si rabbuia e pervade la figura di contadina vista in lontananza che, a dorso di mulo, fa ritorno al suo casolare dopo la giornata di lavoro. L'andamento obliquo che taglia in due la composizione è un ricordo che proviene dalla pittura dell'olandese Jongkind, mentre nei densi spessori cromatici del cielo e nel bosco persiste un'eco della Scuola di Barbizon. La resa luminosa, che domina e costruisce la scena è una firma del grande artista. Si tratta di un dipinto giovanile, data l'impronta così sensibile dei maestri a cui si ispira; è probabile che sia una veduta di Honfleur, eseguita durante il soggiorno di Monet tra il 1863 e il 1864.
Il dipinto non fu esposto alla mostra torinese a cura di Lionello Venturi tenuta nel 1928 in Palazzo Madama a Torino, mostra che doveva prefigurare la donazione che Gualino intendeva fare alla Pinacoteca cittadina. L'assenza dell'opera, diede adito a dubbi sulla sua autografia.
Ma il dipinto, non era stato incluso nella donazione ed è naturale che il collezionista avesse scelto di trattenere per sé un'opera di così singolare rilievo.
Claude Monet, Paesaggio campestre al tramonto
Paesaggio campestre al tramonto
Dipinto
XIX Sec.
Paesaggio
Artista
Cronologia
1863 - 64 circa
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 59 x 80
Compilatore
Augusta Monferini