Carlo Carrà (Quargnento 1881 – Milano 1966) è, assieme a Boccioni, Balla, De Chirico, tra i protagonisti dell’apporto italiano alle avanguardie storiche, nella misura del suo contributo alla creazione del Futurismo, ad uno sviluppo particolare della Metafisica inaugurata da De Chirico, e all’intera vicenda dell’arte italiana tra le due guerre nell’ambito del “ritorno all’ordine” portato avanti, a partire dall’inizio degli anni Venti, da Valori Plastici e dal movimento di “Novecento”.
Da Courbet e dall’impressionismo studiati a Parigi nel 1900, e da Turner e Constable studiati successivamente a Londra, Carrà raggiunge un linguaggio divisionista nel 1906. E’ tra i primi futuristi, contribuendo al movimento anche con una rilevante attività di polemista e di critico, da Lacerba a La Voce.
E’ a Ferrara con De Chirico nel 1916 in un momento nodale per l’affermazione della Metafisica.
Successivamente, Carrà manifesta una sempre più netta tendenza a costruire le sue opere per masse semplificate ed essenziali. Una vocazione, questa, che l’induce a concordare col programma di Valori Plastici, e ad apportare alla cultura figurativa del “ritorno all’ordine” un contributo decisivo, anche dal punto di vista dell’elaborazione teorica, in particolare con le indicazioni di Giotto e di Masaccio come lezioni fondamentali.
Carlo Carrà
Carlo Carrà (Quargnento 1881 - Milano 1966)
XX Sec.