Su quello che possiamo intendere come un pur slittante, antiprospettico piano di posa, si dispongono filanti, nervosi ectoplasmi, testimoni incerti, e ormai irriconoscibili, di una realtà trasfigurata in pulsioni organiche: grigi, neri, bianchi sporchi, colori di terra saturano quei poveri corpi dilaniati, offerti come s’offrirebbe una natura morta di frutta spaccate.
Romagnoni sceglie il titolo di “Analisi” per questo suo acre dipinto, che testimonia del suo disagio nel porsi da un canto o dall’altro del fronte che ha spaccato la coeva ricerca artistica (italiana e francese in particolare) in due tronconi, realista e astrattista, l’un contro l’altro armati. “Analisi”, soltanto, può invece essere la pittura per Romagnoni, lontano sempre da rassicuranti certezze ideologiche; e particolarmente in questo suo transito di fine decennio, quando l’incontro decisivo, che due occasioni espositive milanesi hanno consentito, con l’opera di Gorky e di De Kooning , l’ha allontanato dalle sofferte immagini della sua prima formazione, legata ancora ai climi di “Corrente”, e quando non è ancora venuto il modo del collage fotografico dei suoi ultimi anni, che lo condurrà un’altra volta più accosto a una pur problematica adesione alla realtà.
Bepi Romagnoni, Analisi
Analisi
Dipinto
XX Sec.
Astratto
Artista
Cronologia
1960
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 100 x 100
Compilatore
Fabrizio D'Amico