Magnasco ambienta l’episodio evangelico tra antiche rovine che si ergono, maestose, sulle rive di un lago. La scena è grandiosa e resa drammatica dagli aspri rilievi rocciosi e dall’aspetto quasi grottesco dei personaggi. Cristo, alzando il braccio destro in un gesto deciso, chiama a sé il pescatore di Galilea che, abbandonate le proprie occupazioni, si precipita in direzione del Maestro. Presso Gesù, Andrea indica suo fratello Simone volgendo le spalle all’osservatore. Sulla sinistra, aggrovigliati attorno a monumentali colonne, si agitano numerosi personaggi. Una figura femminile seduta in primo piano, presso un grande torciere, è probabilmente una allegoria della fede.
Il dipinto, assieme al suo pendant, costituisce un rilevate esempio della produzione matura del pittore genovese, attorno al quarto decennio del Settecento. Esso è caratterizzato dall’evocazione di antiche rovine, che simboleggiano la fine del mondo antico, e dall’accentuata gestualità dei vari personaggi. La raffinata miscela di colori e i contrasti luminosi, che danno risalto ai vari elementi, rimandano agli esempi dei principali ideatori di capricci allora attivi in Italia. Questa coppia di dipinti può essere messa in rapporto alle quattro tele che Magnasco eseguì in collaborazione con il quadraturista Clemente Spera, oggi divise tra l’Ermitage di San Pietroburgo ed il Museo Puskin di Mosca.
Alessandro Magnasco, Paesaggio costiero con la vocazione di Pietro
Paesaggio costiero con la vocazione di Pietro
Dipinto
XVIII Sec.
Biblico - Storico - Mitologico
Artista
Cronologia
Quarto decennio del XVIII secolo
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 92 x 129
Compilatore
Alessandro Zuccari