L’opera presenta uno scorcio di borgo medievale, un tema tipico della pittura a Roma fra le due guerre, da Trombadori a Francalancia e allo stesso Ziveri. Il frammento di borgo si profila sulla parte sinistra del dipinto, partendo da un primo piano occluso da un poderoso contrafforte. Da qui prende corpo la fuga prospettica delle case che verso lo sfondo sono agglomerate attorno a costruzioni più imponenti.
La dominante tonale rosa a contrasto con gli azzurri e i bianchi del cielo e con parti scure del terreno, è come innestata su una struttura compositiva di chiara derivazione cézanniana.
L’opera è del 1930, dunque dello Ziveri ventiduenne, ma denuncia già caratteri essenziali della sua arte matura.
Il dato del tonalismo è già declinato secondo modalità che, mentre lo raccordano alla Scuola Romana, se ne differenziano tuttavia per una solidità d’impianto, una corposità che sempre in avvenire distinguerà il linguaggio formale di Ziveri da quello di Mafai, nel quale invece le forme tendono a sfioccarsi nella luce.
Alberto Ziveri, Veduta di Vallerano
Veduta di Vallerano
Dipinto
XX Sec.
Paesaggio
Artista
Cronologia
1930
Materia e tecnica
Olio su tavola
Misure
cm 38 x 32
Compilatore
Antonio Del Guercio